Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
"Quadrato+cerchio=volume" (scultura in metallo verniciato)
Entrata a far parte del patrimonio del Museo Revoltella nel 1995, l’opera documenta una nuova fase della produzione artistica di Alviani, caratterizzata fino alla metà degli anni Sessanta dalla lavorazione delle superfici a testura vibratile, di cui il Museo Revoltella possiede un esemplare dal titolo O.B.J. - AG., acquistato nel 1963. Dal 1967, infatti, alle superfici metalliche «speculari e argentee», l’artista friulano che nel 1962 aveva preso parte all’esposizione “arte programmata” a Milano, su invito di Bruno Munari, incomincia a preferire le superfici opache, forme geometriche primarie dipinte con vernici monocrome, come l’opera in esame, una delle varie versioni esistenti, di periodi e dimensioni variabili, conservate in collezioni private e pubbliche, in Italia e all’estero. «ogni elemento – scrive l’artista – è staccato dall’altro o unito all’altro, quindi stacco o piegatura. Le forme base sono o lineari e spigolose, o circolari e continue. Questo oggetto è basato su due elementi: un cerchio e un quadrato. In ognuno di essi c’è un taglio (una interruzione) e una piegatura. Compenetrando queste due superfici piane si ottiene un volume con molteplici variabili contrapposte ». Le materie preferite da Alviani, in quanto garanzia di fiducia per se stesso, sono fin dal principio «l’aritmetica, la geometria e la geografia, perché potevano e possono essere verificate, controllate ». Giovanissimo frequenta gli studi di architetti, ingegneri e scultori, dove apprende naturalmente il senso del fare. Risale al 1961 la sua prima mostra personale presso la Mala Galerija di Lubiana, in cui espone le sue «superfici metalliche a testura vibratile» (ferro, acciaio e alluminio). Stretto collaboratore a Trieste, negli anni a seguire, dei protagonisti della Galleria La Cavana e del Gruppo Arte Viva, Alviani aderirà inoltre al gruppo internazionale Nouvelle Tendences – Recherches continuelles, istituito nel 1963. Attivo ugualmente, oltre che nell’ambito delle arti visive, nella progettazione architettonica, disegno industriale, grafica, fotografia, scenografia e nella moda, è stato tra i principali promotori al mondo di «un approccio all’arte come forma conoscitiva che, attraverso lo studio dei fenomeni ottici, indaghi le strutture della percezione».
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.43