Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Nella seconda metà degli anni Cinquanta Romolo Bertini fu uno dei protagonisti della vita artistica triestina assieme a Titz, Coloni, e agli scultori Dequel e Cerne. Dopo essersi dedicato per alcuni decenni alla pittura e al disegno, passando dal neorealismo degli esordi all’astratto informale dei decenni successivi, a metà degli anni Sessanta si avvicinò anche ad altre forme artistiche, quali la produzione orafa e la scultura. In un arco di tempo breve di circa un paio di anni realizzò una dozzina di opere, trasportando in ciascuna di queste le stesse indagini affrontate in pittura. Per le loro caratteristiche forme tondeggianti, accentuate dall’effetto specchiante e lucido, oltre che per la scelta dell’acciaio come materiale, sono state associate dalla critica al paesaggio visivo quotidiano dell’artista caratterizzato dalla ferriera situata vicina all’abitazione di Servola; tuttavia forse per capire appieno il significato di queste opere non sono da sottovalutare le riflessioni dello stesso artista, che ha dichiarato di credere, più che nell’istinto, nel calcolo e nella ricerca di forme nuove. Nel 1993 l’opera è stata donata al Museo Revoltella dalla vedova Bertini, così come l’opera Pescatori (1956), un olio su tela entrato nelle collezioni in occasione della mostra antologica Romolo Bertini. Grafiche sculture dipinti organizzata nel 2005.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.69