Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Ugo Guarino, che era solito definirsi pittore, scultore e grafico, esordì alla fine degli anni Quaranta come vignettista sulle pagine del periodico «La Cittadella», settimanale satirico de «Il Piccolo», per poi continuare l’attività a Milano, dove, grazie all’incontro con Dino Buzzati, dal 1952 pubblicò le sue illustrazioni su «La Domenica del Corriere» e su altre testate legate al «Corriere della Sera». Dopo un soggiorno a Parigi e a New York, verso la fine degli anni Sessanta iniziò in Italia la sua ricerca artistica in ambito scultoreo, pur continuando a sperimentare graficamente, e realizzò degli imponenti automi, che saranno esposti nel 1972 alla Galleria Schubert di Milano, utilizzando scocche di motocicletta reperite presso le Officine meccaniche Tebaldi di Monza. Guarino era solito recarsi quotidianamente all’officina, dove sceglieva e assemblava i pezzi, improvvisandosi fabbro e saldatore, con la collaborazione anche di qualche operaio, che si offriva volontario. «A poco a poco il locale laboratorio divenne, da un informe mucchio di pezzi di lamiera, una vera e propria esposizione di sculture, ciascuna col suo nome, pronta a partecipare ad una mostra e comunque ammirata da tutti i dipendenti e i visitatori dell’azienda» (Lupieri 2015). Il Cavaliere nero, di proprietà del Museo Revoltella dal 2013, è un esempio emblematico di questa serie di opere dalla struttura meccanica, ma dall’apparenza antropomorfica e che, pur avendo delle affinità con il nostro mondo, sembrano dei robot che ci sovrastano. Questi “personaggi” sono apparsi in alcune gallerie e collezioni private, ma «non hanno avuto fortuna, forse anche per quella inquietante commistione tra l’arte e il design, che ne moltiplica i significati» (Vitta 2015).
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.139