Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Per quanto la produzione di Hirst persegua intenti diversi e interessanti, come nel caso del filone grottesco, il vero protagonista dell’opera dello scultore muggesano è il corpo umano sia maschile che femminile. Singolo o in coppia, viene colto dall’artista nelle pose più differenti e articolate. Una particolare attenzione viene riservata allo studio del nudo femminile: «La modellazione, che è spinta da brevi onde in modi impressionisti, è sostanzialmente fedele al vero. [...] Il soggetto sembra sempre lo stesso: una donna forte, dai tratti un poco mascolini. Gli atteggiamenti sono assai vari: ora appiattita sul basamento, ora rannicchiata nel momento che precede lo slancio dinamico, ora abbandonata in un riposo dolente, ora estese le membra al massimo, nello sforzo d’impossessarsi gioiosamente dello spazio» (I.N. 1972). Il genere del “bronzetto” era noto in Italia dal 1930, quando era stato stampato il volume di Leo Planiscig "Piccoli bronzi italiani del Rinascimento" con conseguenze notevoli sull’attività degli scultori di quei decenni. Lo dimostra anche in ambito locale la produzione di artisti come Rovan e Mascherini. L’opera è stata consegnata dall’ITIS, Istituto per Interventi Sociali, al Comune di Trieste nel 1989 e dal 1993 è stata accolta nelle collezioni del Museo Revoltella.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.145