Autoritratto

ROVAN, Ruggero TS 1877 - 1965

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Oggetto
scultura
Inventario
REV005333
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
lascito; Rovan; 1965
Cronologia
1896
Dimensioni
cm; altezza 47; larghezza 25; profondità 29
Materia e tecnica
gesso

L’autoritratto è un genere che abbonda in pittura, ma che trova scarso riscontro in scultura, sia nel corso del Novecento quanto nei secoli precedenti. Rovan sembra andare in controtendenza, esercitandosi su questo tema soprattutto nel primo periodo della sua carriera, tanto che di lui sono noti ben sei autoritratti realizzati fra il 1896 e il 1924: oltre all’opera in esame, si contano una testa del 1898 e un busto con mani del 1902; ma anche una piccola erma (1900), di cui si ha notizia soltanto dall’elenco delle opere redatto dall’artista, una medaglia con profilo (1906) di cui rimane solo testimonianza fotografica e un ultimo lavoro portato a termine presumibilmente a metà degli anni Venti. Il gesso in questione, che ancora ben si conserva, fu realizzato da Rovan all’età di diciannove anni, proprio nel periodo in cui iniziò a muovere i primi passi nel mondo della scultura. Si tratta quindi di un lavoro d’esordio e lo stesso scultore si presentò con un aspetto giovanile. Il lavoro propone un taglio compositivo interessante, con una testa ben definita che si innesta su un busto soltanto accennato. La descrizione è stabilita da una serie di dettagli che delineano la personalità del soggetto: la fronte non troppo alta, il naso ben determinato, la bocca chiusa e priva di sorriso. I tratti somatici sono inoltre resi attraverso piani lisci, mentre i capelli sembrano essere descritti in modo meno realistico, quasi in un blocco unico. Il lavoro in questione risulta essere molto diverso dal secondo autoritratto. A differenza del primo, questo secondo gesso si caratterizza per un modellato molto più vigoroso e sensibile al gioco della luce sulle superfici, dimostrando l’accoglienza da parte dell’artista dei modelli rodiniani, che in maniera sistematica caratterizzeranno i suoi lavori giovanili. A distanza di soli due anni dal primo autoritratto, la chiara definizione dei volumi sembra sciogliersi in un’inedita vibrazione superficiale. Sul ritratto di lui diciannovenne Rovan tornò una ventina d’anni più tardi, nel 1923, portando a termine una traduzione in marmo. Questa seconda versione, ancora oggi visibile al Museo Revoltella, sebbene presenti una fattura fedele a quella originale, è arricchita sul basamento da un’effige («RUGGERO ROVAN SE IPSUM FECIT AETATIS SUAE AN XIX») che dal punto di vista visivo ha un forte impatto sull’osservatore.

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.228

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, p. 228
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