Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
I primi studi di figura femminile compiuti dallo scultore risalgono al 1910, anno di realizzazione di "Perplessa", figurina in gesso, e di "Natura", opera di grandi dimensioni, in cui si nota una certa attenzione per il dato realistico, esplicitato da alcuni dettagli che mettono in risalto la robustezza anatomica. Su questo stesso soggetto Rovan ritornò quindici anni più tardi con "Eva piccola", bozzetto per un’opera più tarda, e Ingenua. Negli anni Venti, dopo il rallentamento dell’attività causato dagli eventi bellici, Rovan fu presente con assiduità alle esposizioni cittadine del Circolo Artistico Triestino. Dal 1927 partecipò alle mostre organizzate dal neocostituito Sindacato di Belle Arti di Trieste, il quale dapprima in collaborazione con il Circolo Artistico e poi in modo autonomo si fece promotore di mostre annuali. Rovan presentò a queste prime edizioni alcune delle opere più significative della sua intera produzione, come "Virgilio Roncatti" nel 1927, l’"Homo solus" nel 1928 e "Ingenua" nel 1929, nella versione in gesso presente in catalogo con il titolo "Una ragazzina nuda". Soltanto un appunto dello scultore, tracciato su un articolo di recensione alla mostra, conferma che si tratta della stessa opera. "Ingenua" manifesta un’esecuzione ponderata e fedelmente anatomica, tanto da esaltare l’impeccabile silhouette della ragazzina. La resa dei seni e le braccia, forse un po’ troppo lunghe, accomunano questa figura ai nudi precedenti. A differenza di quelle opere, tuttavia, l’artista sembra qui voler fare alcune concessioni ai tratti idealizzanti. Le espressioni dei volti di queste sculture sono una dimostrazione dell’interesse di Rovan per la componente psicologica dei suoi ritratti. È un aspetto che la critica ha spesso individuato come una peculiarità della produzione di Rovan, in analogia con i volti infantili dipinti dall’amico Arturo Fittke. All’"Ingenua" di Rovan s’ispirò l’amico poeta Virgilio Giotti, che alla fine degli anni Venti scrisse una lirica intitolata "Allo scultore Ruggero Rovan (Sopra un suo nudo di ragazzetta)". In essa, cantando gli occhi avviliti della fanciulla, si enfatizza la semplicità e la modestia con cui ella si appresta ad affrontare la vita.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, pp.232-233