Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
ambito culturale: Antico Egitto
In epoca greco-romana il dio Arpocrate non fu più un bimbetto magro e longilineo in posizione ieratica, ma divenne un putto grassoccio e spesso scomposto, che del suo antenato conservava solo la corona faraonica e il dito alla bocca, anche se non sempre. Il dio fu, soprattutto nel Fayum, una divinità agraria, protettrice dei raccolti. La cornucopia, che spesso tiene in mano, è simbolo di fecondità ed evoca il collegamento con il padre Osiride-Serapide, dio della vegetazione. Inoltre Arpocrate, come sua madre Iside, aveva il potere di allontanare i mali e proteggere dal morso degli animali velenosi. Nelle collezioni museali, le figurine di questo dio occupano comunemente una posizione di preponderanza rimarchevole. Questo fenomeno, che non si accorda con il modesto posto occupato dal giovane dio nell’ambito del culto ufficiale dei templi, mostra con evidenza che la grande produzione rispose alla domanda della clientela popolare, certamente più attaccata al dio bambino che alle maggiori divinità del pantheon tradizionale, e al quale erano dedicati altari domestici e piccole cappelle lungo le vie. Il giovane dio veste una corta tunica dalle ricche pieghe, siede cavalcioni sulla groppa del cavallo e con una torsione di 90 gradi presenta il busto frontalmente. Ha il braccio destro disteso, con il dorso della mano poggiato sulla schiena dell’animale, e tiene una piccola patera rotonda, mentre il braccio sinistro non è visibile, nascosto dietro il collo del quadrupede. Il volto minuto è circondato dai folti riccioli sormontati dalla ghirlanda di rose e nastri e, in alto, dalla corona reale pscent, affiancata da due boccioli di loto. Il cavallo, realizzato di profilo, ha la zampa anteriore sinistra sollevata nell’atto di avanzare al passo con andatura maestosa. La lunga coda, legata da un nastro, scende fino a terra e lo spazio tra le zampe è pieno, reso con un piano ribassato liscio. Modellata in stampo doppio, la figurina ha interno vuoto, base modanata e aperta inferiormente, retro lisciato con il foro circolare per la miglior riuscita della cottura e conserva tracce del rivestimento bianco.
Collezione egizia del Civico museo di storia ed arte di Trieste / a cura di Franco Crevatin e Marzia Vidulli Torlo ; con testi di Susanna Moser e dei soci della Casa della vita Trieste : Comune, 2013, cat. 9.6