Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
ambito culturale: Antico Egitto
Il sarcofago, di forma antropoide e realizzato in legno di sicomoro stuccato e dipinto, contiene una mummia non pertinente: quella che attualmente si trova al suo interno, infatti, è la mummia parzialmente sbendata di una donna, mentre la cassa è originariamente appartenuta a Pa-di-amon, un sacerdote del dio Khonsu. Il tempio del dio Khonsu, divinità che fa parte della cosiddetta Triade Tebana come figlio di Amon e Mut, si trova entro il recinto del tempio di Karnak: era probabilmente lì che Pa-di-amon serviva come sacerdote. Un’ulteriore conferma della provenienza da Tebe è fornita dalla tipologia del sarcofago stesso, con la figura della dea Khefet-her-neb-es, dea della necropoli di Tebe, dipinta sul fondo della cassa. Un dato interessante è che, in ogni punto del sarcofago in cui compare il nome del proprietario, si nota una scoloritura: a un certo punto, è stato steso un secondo strato di colore sul quale è stato scritto un altro nome, quello del sacerdote Pa-nefer-nefer (ancora leggibile soltanto all'interno della cassa). Questo secondo strato è stato quasi completamente asportato in coincidenza di un passato restauro del sarcofago, probabilmente nella stessa occasione in cui le parti mancanti del coperchio sono state integrate (quindi forse, in base allo stile delle integrazioni, nel XIX secolo). Un nuovo restauro ha permesso di chiarire questa dinamica dell'usurpazione del sarcofago. Le scene figurate e i testi iscritti rientrano nello schema compositivo proprio della XXI dinastia. Il coperchio di legno stuccato e dipinto si presenta in uno stato di conservazione piuttosto scadente: la parte originale presenta notevoli danni allo strato di stucco dipinto, rendendo difficile distinguere i testi e la decorazione, mentre gran parte delle gambe, il naso e le mani sono state restaurate con l’inserzione di legno nuovo. Il volto è incorniciato da una gonfia parrucca a righe, con due bande che scendono lunghe ai lati. Al mento vi è il foro per l’inserzione della barba divina. Al collo porta la consueta collana a più giri e la ghirlanda vegetale. Sul petto spuntavano le mani chiuse a pugno, caratteristica tipica dei sarcofagi maschili. Subito sotto la ghirlanda una dea, probabilmente Nut, spiega le ali a protezione del defunto. Sotto di essa, al centro, una colonna di testo che in origine doveva probabilmente proseguire fino ai piedi e comincia con le parole "Offerta che il re fa a Ra-Harakhti e Atum, colui che presiede …". Ai lati di questa iscrizione si distinguono diversi registri decorativi (almeno quattro), tutti con il defunto (rivolto sempre verso il centro del coperchio) ritratto nell’atto di offrire qualcosa (incenso, cibo, vegetali...) e un’iscrizione, generalmente su tre colonne, che probabilmente riporta il nome del defunto e quello della divinità a cui viene fatta l'offerta. Solo una porzione molto ridotta delle iscrizioni è decifrabile, tuttavia è possibile ritenere che i testi visibili si riferiscano - almeno in parte - alla seconda fase di scrittura, come sembrano confermare i titoli presenti, attribuibili al probabile usurpatore. Sul lato destro della cassa del sarcofago, all'esterno, in alto corre un’iscrizione in un’unica linea orizzontale con lettura da destra a sinistra (dalla testa ai piedi - vedi trascriz.). Al di sotto, il lato della cassa è suddiviso in 3 scene: a) La scena, preceduta dalla figura del dio Thot, rappresenta la grande figura della dea Nut che si piega ad arco come la volta del cielo; sotto di lei in atto di sostenerla sta il dio dell’atmosfera Shu e ai suoi piedi il dio Gheb, disteso a terra con il corpo dipinto di verde. La scena rappresenta la creazione del mondo nell’atto in cui l’atmosfera sollevò il cielo sopra la terra. Altre figure minori sono i due aiutanti di Shu, con testa di ariete e i due cobra urei. All’estremità della scena due sostegni con il vaso rituale, con i geroglifici dell’Occidente a sinistra e dell’Oriente a destra e sopra il ba del defunto in forma d’uccello. Davanti al dio Thot, una colonna di testo che prosegue anche alle sue spalle (vedi trascriz.); b) La scena centrale è preceduta dalla figura di Pa-di-amon in atto di adorazione. La barca solare ha al centro il dio Ra-Harakhti rappresentato dalla testa di falco sormontata dal disco solare; a prua la figura della dea Iside, protettrice del viaggio del sole nel mondo sotterraneo (la notte). Sotto la barca il serpente Apofi, il nemico perenne del dio del Sole, con il lungo corpo in spire trafitto da coltelli. Davanti a Pa-di-amon vi è un testo in sei colonne, che continua anche dietro al defunto su altre due colonne (vedi trascr.); c) L’anima di Pa-di-amon, identificata dal suo cuore, viene pesata in contrapposizione ad una piuma (simbolo di giustizia e verità) per verificare la sua condotta in vita: se il cuore avrà peccato sarà pesante più della piuma, quindi verrà gettato in pasto al mostro divoratore (non raffigurato). Se al contrario sarà puro, leggero come la piuma, avrà in dono la vita eterna e verrà detto “giustificato”. Da sinistra: la dea Imentit dell’Occidente, il defunto Pa-di-amon, il dio Thot in funzione di scriba, al centro la bilancia, sormontata da un babbuino, reca a sinistra la figura di un genio e una cassa chiusa, a destra il dio Anubi “Imyut”; seguono il dio Horo che procede verso suo padre Osiride, seduto sul trono e protetto alle spalle dalla dea Iside. Associate alla scena vi sono undici colonne di testo, di cui la prima è a destra e si legge da sinistra (vedi trascriz.). Sul lato sinistro esterno della cassa, vi è una riga di geroglifici in alto (vedi trascriz.), sotto la quale ci sono altre tre scene: d) Apre la scena, a destra, il dio Thot, signore dei geroglifici, con il simbolo della vita nella mano sinistra, accompagnato da tre colonne di testo, una davanti e due dietro (vedi trascriz.). La scena raffigura in basso, secondo lo schema consueto del motivo del Grande Serpente con la Doppia Scala, all’interno di due gradinate a forma di piramide, la mummia del defunto distesa, sormontata da offerte e protetta dai raggi del disco solare. All’esterno, a sinistra Nekhbet l’avvoltoio, a destra Uto il cobra, le due dee dell’Alto e Basso Egitto. Un lungo serpente suddivide questa zona dalla superiore dov’è rappresentato Osiride con la sua corte di divinità funerarie, da sinistra il dio della magia Heka, le due dee Nefti e Iside, il dio Osiride, un vaso per libagioni e il dio Horo. Affiancano la scena due grandi figure di dee, a sinistra la dea dell’Oriente Iabet con due simboli ankh tra le mani, e a destra la dea dell’Occidente Imentit che tiene il simbolo della vita nella mano destra e le bende per la mummificazione in quella sinistra; e) A destra è il defunto Pa-di-amon, ritratto in piedi, in atto di adorazione. Nella scena, in alto vi è la barca del dio sole, raffigurato sotto forma di scarabeo Khepri, il sole che sorge sull’orizzonte al mattino. A poppa, accanto al remo, l’ureo si protende a proteggere il sole e, a prua, sta la figura di un genio, forse il defunto stesso. Sopra la barca due immagini dell’occhio sacro ugiat con le grandi ali protettrici simboleggianti Iside la divina a sinistra, e Nefti a destra. Sotto la barca il lungo serpente delle tenebre Apofi che ogni notte cerca di impedire al sole di sorgere ma viene sempre sconfitto. Davanti al defunto tre colonne di testo, più una dietro allo stesso, da leggersi da sinistra a destra (vedi trascriz.); f) Al centro della raffigurazione Pa-di-amon protende le mani per ricevere dalla dea Nut, che emerge dalle fronde di un sicomoro, gli alimenti per la vita eterna, cioè pane e acqua; la legenda dice "ricevere l’offerta". Alla base dell’albero due figure affrontate rappresentano il ba, l’anima del defunto. La scena rappresenta l’arrivo del defunto alla montagna dell’Occidente dove è scavata la sua tomba. A destra del defunto due dee e due geni funerari con davanti una colonna di testo che dice "Venerabile presso le divinità nella Duat". Sulla sinistra, ai piedi della montagna, avanza una vacca, la dea Hathor signora dell’Occidente, con disco solare tra le alte corna a forma di lira, mentre sul suo podio sta di guardia uno sciacallo. Dietro la montagna una colonna di testo (vedi trascriz.). Sul fondo interno del sarcofago è raffigurata la dea dell’Occidente Khefet-her-neb-es, con in testa il geroglifico dell’Occidente, e due geni funerari ai lati del suo corpo, il tutto sopra un segno per "oro" e un feticcio di Abido. Nei lati interni, vi sono: uno scarabeo entro disco solare retto da due paia di braccia in corrispondenza della testa, mentre sui entrambi i lati un genio mummiforme stante di fronte ad una tavola coperta da offerte si trova sopra la figura del defunto in adorazione, in basso, si vede uno scettro sekhem. Le iscrizioni che accompagnano queste scene identificano i personaggi raffigurati e le azioni svolte: a sinistra il genio è Amseti, a destra Hapi.
Collezione egizia del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste, a cura di Franco Crevatin, Marzia Vidulli Torlo, con testi di Susanna Moser e dei soci della Casa della Vita, Trieste, Comune di Trieste, 2013, pp. 74-86, cat. 4.2