Asclepio/Esculapio in marmo da Trieste Teatro romano

ambito culturale: Arte romana

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Oggetto
Statua
Inventario
3133
Collocazione
Civico Museo d'Antichità “J.J. Winckelmann”; Lapidario Tergestino. Sala C
Acquisizione
Deposito; Stato italiano (n. inv. generale 316); seconda guerra mondiale
Cronologia
Fine I secolo d.C.
Dimensioni
cm; altezza 125; larghezza 58; profondità 45
Materia e tecnica
Marmo bianco a grana fine
Modalità di reperimento
Trieste, teatro romano

Figura stante coperta da ampio mantello o himation mutilo del braccio destro, di parte della gamba destra e di una scheggia nel volto ricongiunto al corpo pertinente. Il peso del corpo grava sulla gamba sinistra tesa e la destra è leggermente piegata. Il braccio sinistro piegato poggia con il dorso della mano sul fianco ed è completamente coperto dalla stoffa mentre il braccio destro, ora mancante, scendeva dritto lungo la figura e tratteneva il bastone, alto fino a sotto l'ascella, attorno al quale s'avvolgeva in spire il serpente simbolico, di cui rimane solo la coda e la prima spira aderenti alla base su cui poggia la statua. Accanto al piede sinistro un altro attributo è costituito da un omphalos di forma emisfrica ricoperto da una reticella. L'himation, che scende fino alle caviglie, avvolge il corpo passando sotto l'ascella destra ed è trattenuto dalla spalla sinistra lasciando nudi quella destra e il torace: foggia caratteristica per l'individuazione del soggetto. Il volto dall'espressione austera ha baffi e folta barba a riccioli rilevati ed ampia e mossa capigliatura trattenuta da un sottile cercine che si dispone ad incorniciare il volto con voluminose ciocche ondulate. La parte posteriore della statua è resa in modo sommario ed è evidente che non era fatta per essere vista. La statua riproduce il dio medico Asclepio, patrono della medicina, riconducibile a un tipo dell'Asclepio Giustini che fu molto noto e amato nell'antichità. Gli studiosi ritengono che questo tipo nasca da un primitivo esemplare in bronzo creato ad Atene entro i primi tre decenni del IV secolo, da una scuola non ancora definita con esattezza. "Il confronto con le altre copie del tipo mostra come l'Asclepio di Trieste, pur configurandosi come un'opera abbastanza fedele ed attenta dal punto di vista iconografico, si presenti stilisticamente schematizzata ed impoverita... Benché le forme anatomiche che traspaiono dal mantello aderente siano rese con discreta sensibilità plastica, il modellato del nudo è molto sommario, con i muscoli pettorali e le clavicole appena accennati".

Bibliografia

Il teatro romano di Trieste. Monumento, storia, funzione, Istituto svizzero di Roma 1991, p. 95-98

Marzia Vidulli Torlo, Il Lapidario Tergestino al Castello di San Giusto, Rotary Club Trieste 2001, p. 85

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