Igea in marmo da Trieste Teatro romano

ambito culturale: Arte romana

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Oggetto
Statua
Inventario
3134
Collocazione
Civico Museo d'Antichità “J.J. Winckelmann”; Lapidario Tergestino. Sala C
Acquisizione
Deposito; Stato italiano (n. inv. generale 318); seconda guerra mondiale
Cronologia
Fine I secolo d.C.
Dimensioni
cm; altezza 111; larghezza 55; profondità 41
Materia e tecnica
Marmo bianco a grana fine
Modalità di reperimento
Trieste, teatro romano

Figura acefala femminile stante coperta da un sottile e lungo chitone su cui è avvolto un mantello o himation di stoffa più pesante. Il peso della figura poggia sulla gamba sinistra mentre la destra, piegata, è portata indietro. Il braccio sinistro, mancante dell'avambraccio, è ricoperto dal manto e quello destro, mancante fino alla spalla, doveva essere disposto disteso lungo il corpo con la mano leggermente discosta reggente probabilmente una patera. Verso questa patera tendeva il serpente, privo del capo, che scende dalla spalla sinistra attraversando il corpo in sinuose spire. La testa è andata perduta, ma la posizione di alcune ciocche dei capelli mostra che era voltato verso destra e probabilmente lo sguardo era rivolto verso la patera e il serpente. La veste ricade in fitte pieghe verticali fino a coprire i piedi molto scheggiati, mentre il manto si dispone in più larghe pieghe e passando sotto l'avambraccio destro forma un rotolo sotto il petto ed è trattenuto dalla spalla sinistra, ricadendo dal braccio in un ricco panneggio alla cui estremità vi è un piccolo peso a goccia. La parte posteriore della statua è lavorata in modo approssimativo. "La statua rappresenta Igea, personificazione della salute e del benessere fisico; è probabile che originariamente si trattasse di una divinità autonoma, in seguito avvicinata ad Asclepio come figlia o, molto più raramente, come sposa del dio medico". "La tipologia cui si rifà la statua di Trieste, pur con notevoli libertà nello schema compositivo, è quella dell'Igea Hope (la copia che ha dato nome al tipo apparteneva all'omonima collezione inglese): si tratta di un'opera creata probabilmente alla fine della prima metà del IV secolo a.C., in un ambiente artistico che non è stato ancora definito con sicurezza" ma probabilmente ad Atene accanto al tipo dell'Asclepio Giustini. "La statua non è priva di efficacia, soprattutto nel movimento di torsione in corrispondenza delle gambe, che tuttavia non è sottolineato da un analogo movimento nella parte superiore del corpo, resa in modo assolutamente frontale e con scarso senso plastico". L'eccezionalità del ritrovamento all'interno di un teatro della coppia Asclepio - Igea, che trova confronto solo a Cirene, deve essere inserita tra le numerose testimonianze del culto del dio medico nell'Italia settentrionale e si lega al mondo balcanico dove è riscontrabile uno stretto rapporto fra la sfera religiosa e il mondo teatrale.

Bibliografia

Il teatro romano di Trieste. Monumento, storia, funzione, Istituto svizzero di Roma 1991, p. 98-100

Marzia Vidulli Torlo, Il Lapidario Tergestino al Castello di San Giusto, Rotary Club Trieste 2001, p. 85

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