Sileno disteso in marmo da Trieste Teatro romano

ambito culturale: Arte romana

STAMPA pdf
Oggetto
Statua
Inventario
3138
Collocazione
Civico Museo d'Antichità “J.J. Winckelmann”; Lapidario Tergestino. Sala C
Acquisizione
Deposito; Stato italiano (n. inv. generale 317); seconda guerra mondiale
Cronologia
Fine I secolo d.C.
Dimensioni
cm; altezza 39; larghezza 93; profondità 34
Materia e tecnica
Marmo
Modalità di reperimento
Trieste, teatro romano

Figura acefala maschile distesa, nuda, parzialmente coperta da una pelle di pantera, e adagiata su una base resa in modo naturalistico con segni ad onde che suggeriscono la presenza dell'acqua. L'uomo, dalle forme grosse e appesantite, segnate dall'età avanzata, è mollemente disteso con le gambe piegate leggermente divaricate, e il busto eretto disposto frontalmente. Il braccio destro piegato è appoggiato sulla coscia destra ed era nel probabile gesto di portare avanti con la mano il lembo della pelle animale che ricopre le spalle; il braccio sinistro, completamente coperto dalla pelle, si appoggia, come fosse un cuscino, su di un grosso otre, di cui con la mano stringe l'imboccatura. Questa è forata e collegata ad una cavità posteriore a cui doveva giungere una conduttura d'acqua, in modo che dall'otre sgorgasse uno zampillo che doveva ricadere in una vasca posta dinnanzi alla statua. La forma della base, rotondeggiante posteriormente, indica che questa statua di fontana doveva trovar posto in una nicchia semicircolare, che dalle dimensioni deve essere una delle due simmetriche aperte nel proscenio. La figura giace sulla pelle di una pantera di cui si distinguono le zampe e il muso al di sotto dell'otre. La testa del Sileno, ora mancante, aveva una lunga barba a folte ciocche ricciolute ed era evidentemente rivolta verso la mano destra. Il modellato con cui è resa la figura è rigido e frettoloso. "La statua rappresenta un Sileno, mitico essere tradizionalmente connesso, insieme al Satiro, alla figura e al culto di Dioniso". Le primitive raffigurazioni di figure maschili barbate, semidistese su un fianco, sono presenti già nell'arte greca classica e si diffusero in periodo ellenistico raffigurando l'allegoria dei fiumi e di Oceano. L'iconografia venne in seguito adottata anche per raffigurare Satiri e Sileni e furono frequenti soprattutto in ambito romano dove adornarono vasche e fontane di edifici termali, ninfei e anche teatri. Qui i giochi d'acqua avevano una funzione molto rilevante, soprattutto in corrispondenza del pulpitum, e non sono rari gli esempi di coppie di Sileni posti specularmente su fontane sistemate alla base del palcoscenico. Anche il Sileno di Trieste doveva avere un corrispondente del quale si è conservato solo il frammento del piede destro (inv. 3164) del tutto simile a quello della presente statua.

Bibliografia

Il teatro romano di Trieste. Monumento, storia, funzione, Istituto svizzero di Roma 1991, p. 102-104

Marzia Vidulli Torlo, Il Lapidario Tergestino al Castello di San Giusto, Rotary Club Trieste 2001, p. 87

Il teatro romano di Trieste: monumento, storia, funzione: contributi per lo studio del teatro antico, a cura di Monika Verzar Bass, Roma, Istituto svizzero, 1991, p. 102-104
Consulta OPAC BiblioEst

Marzia Vidulli Torlo, Il lapidario Tergestino al Castello di San Giusto, Trieste, Rotary Club, 2001, p. 87
Consulta OPAC BiblioEst SBN

stampa