Pettorale con maschera, in cartonnage, dall'Egitto

ambito culturale: Antico Egitto

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Oggetto
Pettorale
Inventario
E6
Collocazione
Civico Museo d'Antichità “J.J. Winckelmann”; MAW Sale egizie
Acquisizione
Deposito; Museo Civico di Storia Naturale; 2004/00/00
Cronologia
150 d.C. - 210 d.C.
Dimensioni
cm; altezza 70; larghezza 40; profondità 16
Materia e tecnica
tessuto/ incollatura/ stuccatura/ pittura
Conservazione
Buono

Il pettorale, completato dalla maschera realizzata in rilievo, è realizzato su un supporto di tela, che è stato stuccato e poi dipinto, ottenendo una vivace policromia. Il restauro, realizzato nel 2005, ha ridato forma al volto femminile, molto probabilmente il ritratto della defunta, che era schiacciato e smembrato: circondato da folti capelli neri è comunque poco conservato; si vedono bene gli occhi grandi e si intuisce la forma del naso. Sulla fronte un diadema forse di foglie d’alloro, con medaglione centrale a rilievo. Alle orecchie sono presenti i fori; ciò probabilmente significa che gli orecchini dovevano essere gioielli autentici, a differenza della collana a grani con pendente circolare, che è soltanto dipinta. L’abito della defunta è una tunica con decorazioni sulle spalle, che lascia scoperte le braccia, distese lungo il corpo. Sul petto si riconoscono le zone dov’erano applicati i seni, fatti in rilievo. Al di sotto lo spazio del pettorale è occupato da due scene sovrapposte; in alto tre divinità femminili sono sedute una dietro l’altra, tutte rivolte verso sinistra. Le due esterne hanno testa umana e recano un vaso sulle ginocchia, mentre quella centrale, che sembra avere volto di vacca, reca sulle ginocchia una specie di spiedo e sul capo le corna bovine che racchiudono un disco solare. Dovrebbe pertanto trattarsi della dea Hathor. In basso è raffigurato Anubi nell’atto di completare la mummificazione della defunta, la cui mummia è distesa sul letto funerario a protome leonina, mentre una divinità femminile assiste alla scena. La dea, come quelle raffigurate sopra, ha testa umana, un piccolo disco solare sulla testa e un vaso sulle ginocchia. A completare entrambe le scene vi sono dei vasi come quelli sorretti dalle dee, ma più grandi, oltre a piccoli riquadri colorati, bordati di nero, accanto a ciascuna figura: questi ultimi fanno pensare che si intendessero scrivere, al loro interno, i nomi dei personaggi raffigurati, oppure semplicemente imitano le legende che sempre accompagnano le scene figurate nell’arte egiziana.

Bibliografia

Collezione egizia del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste, a cura di Franco Crevatin, Marzia Vidulli Torlo, con testi di Susanna Moser e dei soci della Casa della Vita, Trieste, Comune di Trieste, 2013, cat. 4.18

Collezione egizia del Civico museo di storia ed arte di Trieste, a cura di Franco Crevatin e Marzia Vidulli Torlo, Trieste, Civici Musei di Storia ed Arte, 2013, cat. 4.18
Consulta OPAC BiblioEst SBN

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