Angelo Dall'Oca Bianca ebbe un infanzia problematica ma sin da subito riuscì a distinguersi per le grandi doti artistiche.
Dall'Oca Bianca si iscrisse all'Accademia Cignaroli dall'ottobre 1873 alla primavera 1876. Negli anni 1873 e 1874 riscosse particolare successo e vinse dei premi all'Accademia.
Dopo la grande stagione neoclassica e romantica, negli anni '70 e '80 a Verona si sente il travaglio dell'Unità.
Gli artisti reagiscono in due maniere differenti: da una parte maturano fughe in avanti in accezione decadente mentre dall'altra parte esauriscono le istanze del verismo nel tono dialettale e provinciale della letteratura e della pittura di genere.
Il Dall'Oca Bianca rientra in questa seconda categoria, il quale, dopo l'alunnato all'Accademia, abbandonò la tradizione del ritrattismo veneto e propose per una pittura vernacolare minore. La letteratura artistica contemporanea a D. e quella di oggi concordano nell'individuare i temi più sentiti della sua poetica nella celebrazione della bellezza di Verona, visitata soprattutto nei suoi angoli più remoti e meno ufficiali; nell'esaltazione dell'etemo femminino, in tutte le età, dalla fanciullezza alla maturità, e nei vari aspetti della seduzione, dell'innocenza, della fierezza, della tenerezza, della timidezza, della gioia e del dolore; infine nella visione poetica del lago di Garda e la sua mutevolezza a seconda delle stagioni, dei tempo atmosferico e dell'ora dei giorno. Malgrado l'artista continuasse a lavorare fino agli ultimi anni della propria esistenza, si può dire che dopo la grande guerra la sua fama, specie a Verona, era affidata più alla sua personalità di uomo che non alla sua capacità di rinnovarsi sul piano artistico. Raggiunta l'agiatezza economica e ottenuti i riconoscimenti più alti da parte dei critici più accreditati del tempo, dal Pica al Biancale, rinunciò a qualsiasi occasione ufficiale, a mostre, ad esposizioni e inviti e, spesso, anche alle vendite, per una sorta di gelosa riservatezza e di presa di posizione nei confronti dei giochi di parte della critica.