Carlo Caliari, detto Carletto, figlio del celebre Paolo, meglio conosciuto come Veronese, e fratello di Gabriele, morì molto giovane (a soli ventisei anni) e le scarse notizie biografiche ci sono note principalmente attraverso Ridolfi.
Sin da bambino, fu apprendista nello studio del padre e presso un "Bassano" (probabilmente Iacopo da Bassano). Sembra sia stato il più attivo nella bottega del padre, tanto che terminò i quadri incompiuti di Paolo al momento della sua morte nel 1588.
Nei quadri in cui è presente la firma di Carlo, si ravvisa un influsso bassanesco ma si possono considerare più in generale come una versione alquanto prosaica dello stile tardo del padre; il suo stile si distingue per la maggiore precisione e delicatezza rispetto ai maestri, sia tecnicamente che nella fisionomia.
A partire dal 1590 il pittore subì l'influenza della pittura tardo manierista di artisti lagunari quali il Tintoretto e Palma il Giovane, costruendo opere dalla struttura sovraffollata e drammatica.
Collaborò spesso con lo zio Benedetto, che fu tra i più assidui aiuti del Veronese e ne imitò pedissequamente lo stile, e con il fratello Gabriele, figura di modesto valore, la cui opera si esaurisce con la morte dello zio, quando si ritirò completamente dall'attività di pittore.
I tre pittori furono fondatori di una società denominata "haeredes Pauli", dipingendo nel 1589 le tele per la sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale a Venezia.
Carlo Ridolfi, Vita di Paolo Caliari veronese celebre pittore, descritta dal caualier Carlo Ridolfi, presso Matteo Leni, in Venetia, 1646 Consulta OPAC
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