Sebastianutti, Guglielmo

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Nascita
Trieste; 29/11/1824
Morte
Milano; 30/10/1881
Dati anagrafici
1824-1881
Luogo e periodo di attività
Trieste e Milano, 1864-1881

BIOGRAFIA

Nato a Trieste il 29.11.1824, morto a Milano il 30.11.1881. Figlio di Antonio, nato a Pers (Udine) nel 1777, morto a Trieste il 2.12.1869 di professione orologiaio e di Orsola Parodi, nata a Trieste nel 1798 e morta 26.6.1865. Ha avuto due mogli: la prima Adelaide Cattena, nata a Milano nel 1830, artista teatrale, sposata nel 1852; la seconda Amalia Brugger, gia' vedova Unterhuber, nata a Venezia nel 1835, sposata il 7.9.1867, presumibilmente a Trieste, morta a Padova il 12.7.1884. Non risultano figli nati dai due matrimoni. Guglielmo Sebastianutti svolge a Trieste la sua attivita' di orologiaio prima di mettersi in societa' con Franz Benque, lo attesta anche un conto, datato 31 dicembre 1856, della Orologeria G. Sebastianutti con sede in Piazza del teatro 584, per la fornitura e la manutenzione di diversi orologi per l'arciduca Fedinando Massimiliano (ms di 2 c., AS TS Miramare 8 fasc. 52, n. 5). Nel 1857, anche con il contributo della dote della prima moglie, apre un nuovo negozio, sempre di orologiaio. Purtroppo il negozio fallisce nel giro di pochi mesi, come attestano le numerose carte dell'editto 231, V, 11 gennaio 1858 del Tribunale provinciale. Scappa ad Alessandria d'Egitto dove viene arrestato. Riportato a Trieste, sarà condannato per fallimento a sei mesi di reclusione. Proseguirà a lavorare nella bottega del padre, con il socio Amiet, sino allo scioglimento dell'attività, avvenuto nel 1867. Nel 1864 Sebastianutti si avvicina alla fotografia e pubblica un’inserzione in un giornale tedesco in cui cerca un socio per aprire uno studio a Trieste. Così inizia il sodalizio professionale e umano con il tedesco Francesco Benque. Il 24 maggio 1864 i due inaugurano il nuovo studio fotografico “Francesco Benque” di via dell’Annunziata 11. Già a partire dal 1865 i due fotografi riceveranno svariati premi: una medaglia d’oro di benemerenza alla I mostra internazionale di fotografia a Berlino; nel 1867 una medaglia d’argento in occasione dell’Esposizione universale di fotografia a Parigi e un supremo ringraziamento da parte della Cancelleria di Corte di Vittorio Emanuele. Il 30 settembre 1867 lo studio assume la nuova denominazione“Benque & Sebastianutti”. Il 26 novembre 1868 l’atelier è premiato ad Amburgo con medaglia di prima classe. Nel 1869 Benque si trasferisce in Germania e il sodalizio cessa, ma la posizione economica e sociale di Sebastianutti è oramai solida. Nel giugno 1869 verrà accolta la richiesta di integrazione nelle liste elettorali tra gli elettori del IV corpo, da cui era stato escluso a causa del fallimento. Lo studio è frequentato da una clientela benestante e Sebastianutti si dimostra attento all’evoluzione della fotografia. Nel 1869 Joseph Albert di Monaco di Baviera accorda al fotografo triestino e al milanese Giulio Rossi, l’esclusiva per i 15 anni della sua invenzione, l’albertotipia. Si tratta di un procedimento fotomeccanico, introdotto nel 1869, che consente di ottenere riproduzioni difficilmente distinguibili dall’originale, al tempo steso, offrono una migliore durata e possibilità di numerose duplicazioni. Gli affari vanno a gonfie vele: diverse sono le attestazioni di fiducia e gli encomi che Sebastianutti continua a ottenere anche grazie all’introduzione dell’albertotipia. Nel 1873 partecipa all’Esposizione Mondiale di Vienna con alcuni ritratti in albertotipia e gli viene conferita la Croce d’oro al merito e il titolo di Imperiale e Regio fotografo di corte. Ma nel 1876 ci sono nuovi cambiamenti: Benque rientra a Trieste, va ad abitare con il suocero, avendone sposato la figliastra Isabella e con lo stesso riprende a lavorare. Nel 1879 lo studio assumerà la nuova denominazione “Sebastianutti & Benque”. Il nome di Sebastianutti precede quello di Benque perché la fama del fotografo triestino ha superato quella del suo maestro. Instancabile, nel 1880, Sebastianutti, affiancato dal nipote Mario Paroli, apre la nuova filiale di Milano in Piazza del Carmine 4, mentre Benque resta a Trieste. Ma purtroppo, dopo lunga e penosa malattia, Sebastianutti muore a Milano il 30 ottobre 1881. Benque cederà la filiale meneghina a Leonida Pagliano che si era associato a Ricordi e farà rientrare Mario Paroli in via Annunziata 11.

Bibliografia

Morgan Claudia, Due fiorini soltanto: Sebastianutti e Benque fotografi a Trieste, [Trieste], Civici Musei di Storia ed Arte, 2010
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Becchetti Piero, Fotografi e fotografia in Italia, 1839-1880, Roma, Quasar, 1978
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Pugliese Sabina, Fotografi a Trieste: elenco dei fotografi in città dal 1839 al 1918, LuglioEditore, Trieste, 2017
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Colecchia Claudia, Il mondo in un fondo. Multiculturalità e triestinità nelle fotografie di Francesco Pepeu conservate presso la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, in Archeografo Triestino, Serie IV, 2020, Volume LXXX, pp. 254-325
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