Gianfranco Giachetti

Vaghi, Luigi

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Oggetto
Positivo
Inventario
CMTF000401
Collocazione
Palazzo Gopcevich; Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”; Raccolta storico-musicale Schmidl
Acquisizione
Proprietà Ente pubblico territoriale; Civico museo teatrale
Cronologia
1933 ante ; Parma
Dimensioni
formato Cartolina; altezza 135; larghezza 85; mm
Materia e tecnica
carta / Carta salata

Giachetti, Gianfranco

Nasce a Firenze ma si forma a artisticamente a Venezia dove si trasferisce con la famiglia sin da ragazzo. Suo fratello minore è Fosco, che diventerà un importante attore. Sale giovanissimo su palcoscenico di svariate compagnie filodrammatiche finché, nel 1914, recita nella compagnia di Ferruccio Benini, per passare alla fine del conflitto con la compagnia di Giovan Battista Bosio e dove inizia a farsi apprezzare in alcuni lavori goldoniani. Nel 1920 fonda una propria compagnia - la Ars Veneta - nella quale entrano e si formano importanti attori come Cesco Baseggio, Carlo Micheluzzi, Emilio Baldanello e i fratelli Gino e Gianni Cavalieri. Porsegue la sua carriera interpretando con successo opere di Goldoni, Giacinto Gallina e Gino Rocca. Dotato di raffinata intelligenza e cultura, Giachetti riesce a mostrare i lati più oscuri e meno sentimentali che si celano dietro personaggi patetici e apparentemente innocui - è Buganza, il compositore fallito che aspira alla gloria in Nina, no far la stupida di Arturo Rossato e Gian Capo - è considerato il vero capostipite di una genia di attori veneti che lavorarono con lui e che proseguirono, anche molti anni dopo la sua morte prematura, nel portare in scena lavori della tradizione del teatro veneto; fra questi, oltre a quelli già citati, Cesare Polacco e Margherita Seglin. Con l'avvento del sonoro inizia a lavorare per il cinema esordendo nel 1932 in Figaro e la sua gran giornata di Mario Camerini e prosegue, sino alla morte prematura, ad essere protagonista di diversi film anche se non può essere considerato, a tutti gli effetti, un attore cinematografico. Prende comunque parte a 1860 di Alessandro Blasetti - che lo dirigerà anche in Aldebaran e Vecchia guardia - del 1934. Appare curiosamente circa vent'anni dopo la morte nel film C'era una volta Angelo Musco, film rievocativo della vita e la carriera del grande attore siciliano e composto da vecchi spezzoni di film rimontati per l'occasione.

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