Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Il Museo Revoltella possiede due autoritratti di Franco Asco: un’opera grafica a gessetto e carboncino del 1919, raffigurante lo scultore sedicenne, e il bronzo in esame, eseguito all’età di quarantasette anni. Entrambi sono appartenuti a Roberto Hausbrandt, lungimirante imprenditore e sensibile mecenate triestino, che ha donato al museo una ricca e preziosa collezione di autoritratti. Nel raffigurare se stesso, Asco ha reso i lineamenti del volto poco definiti, semplificati, al fine di evidenziare l’inclinazione della testa all’indietro, la fronte aggrottata, gli occhi socchiusi e la bocca piegata in una smorfia di dolore, elementi che svelano la natura più intima dell’artista, «uomo sempre molto tormentato e malinconico» (Passoni). Nel corso della sua carriera artistica egli si è cimentato più volte in questo genere, capace di avviare un percorso introspettivo attraverso l’osservazione di sé e di esprimere il suo modo di rapportarsi al mondo circostante. L’Autoritratto in bronzo del 1950 si inserisce in un momento di grande rinnovamento creativo dell’artista: nello stesso anno Asco aveva presentato, prima a Trieste e poi alla Galleria dell’Illustrazione Italiana di Milano, 27 opere realizzate tra giugno e dicembre del 1949 attraverso le quali era riuscito documentare, come ha scritto Leonardo Borgese, «una crisi compresa e limitata da due autoritratti» (Borgese). Nel commentare il primo, Asco aveva affermato «Risveglio è la rappresentazione del dolore da cui rimasi turbato quando, dopo sedici anni di assenza, ritornai al mondo dell’arte» mentre parlando del secondo aveva scritto di essersi «immaginato in ascolto, ancora dubbioso e lontano dalle lotte, ma in attenta aspettativa». Rispetto ai due autoritratti descritti dallo scultore, ancora legati stilisticamente alla tradizione naturalistica, l’effige della collezione Hausbrandt presenta una maggiore stilizzazione formale, memore della plastica di Arturo Martini e Marino Marini, attraverso la quale l’autore è riuscito a dare maggior intensità all’espressione sofferta del volto.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.52