La ninfa Aurisina

Magni, Pietro

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Oggetto
scultura
Inventario
REV000721
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna ; REV
Acquisizione
legato; Revoltella, Pasquale
Cronologia
1858
Dimensioni
cm; altezza 287; larghezza 254; profondità 252
Materia e tecnica
marmo

Il monumentale gruppo allegorico della Ninfa Aurisina fu terminato nell’aprile del 1858 a Milano, dove rimase esposto per un mese nello studio dell’artista, «costituendo un polo d’attrattiva nella vita cittadina di quel momento sempre attenta al nascere di opere degne di ammirazione e che potessero dar lustro alla città lombarda» (Tamburini 1984). Non stupisce che Pasquale Revoltella, allora impegnato nell’edificazione della sua dimora, per la quale si avvalse di artisti e di artigiani della più varia provenienza, avesse guardato con interesse al Lombardo-Veneto, individuando, come il più adeguato alle sue esigenze di rappresentanza e prestigio personale, lo scultore Pietro Magni. Ritenuto tra i protagonisti della Scuola di Milano e divenuto celebre con "La leggitrice", presentata a Brera nel 1856, Pietro Magni realizzò la “fontana della Nabresina” in occasione dell’attivazione del nuovo acquedotto di Trieste, che subentrava a quello Teresiano (attivo dal 1751), ormai insufficiente alle esigenze della città ottocentesca, particolarmente estesa e popolata. Revoltella partecipò finanziariamente all’impresa, per la quale si era costituita nel 1855 una Società per l’acquedotto di Aurisina, presieduta da Carl Ludwig von Bruck, amico e socio di Revoltella in diverse iniziative commerciali. Pertanto ne fu a tal punto orgoglioso che volle ricordare l’evento mediante una prestigiosa opera d’arte, che fu collocata all’entrata della sua ricca dimora dal 26 giugno del 1858 e che ancora oggi è motivo di forte attrazione e stupore per i visitatori del Museo. Il gruppo allegorico, più volte descritto e commentato negli anni (Gatta, Rovani e, localmente, Formiggini, Kandler, Revoltella, Scrinzi in "Tre giorni a Trieste", 1858), è costituito dalle personificazioni della sorgente (la Ninfa Aurisina) e della città di Trieste, elegantemente adagiata sulle rive del mare, da un genietto alato con la torcia, che affianca la Ninfa all’uscita dalle rocce, e da due fanciulli colti nell’atto di abbeverarsi, che rappresentano il popolo e il ceto marinaro. L’opera rese celebre Revoltella ben oltre i confini cittadini, procurandogli notevoli consensi soprattutto nell’ambiente artistico milanese, al punto che nel 1858 venne a lui indirizzato il tradizionale Album dell’Esposizione di Belle Arti dell’editore Canadelli, con una lusinghiera dedica introduttiva.

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, pp.152-153

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, pp.152-153
Consulta OPAC BiblioEst SBN

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