Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Realizzato nel 1910 a Trieste, "Il sorriso" è uno dei più noti busti femminili del periodo giovanile di Rovan. Scolpito nel marmo con particolare dovizia tecnica e con grande attenzione per i dettagli, il volto attira l’attenzione dell’osservatore per la delicatezza dei lineamenti e per il suo atteggiamento distaccato e assorto. La testa della donna è sorretta da un collo ben definito, gli occhi sono socchiusi, le labbra sono serrate, ma con un’espressione sorridente, mentre l’acconciatura è risolta con i capelli elegantemente raccolti all’indietro secondo le mode del tempo. Il verismo dell’opera viene esaltato da alcuni elementi policromi. Siamo davanti a una delle prime prove in cui l’artista dimostra la necessità di trasmettere la natura dell’animo umano attraverso l’espressione e i lineamenti del volto. Dell’intera e copiosa produzione di Rovan, questa è l’unica opera di cui è possibile conoscere il significato ideale attribuitogli dall’artista, come documentato da un’iscrizione sul retro di una fotografia d’epoca conservata presso l’archivio dell’artista al Museo Revoltella. La base figurata di gusto classico presenta agli angoli «quattro figure come a rappresentare il dolore che sta ai punti cardinali della vita. Tra questi dolori da un estremo all’altro – ai lati della base – c’è l’amore e la fecondità degli uomini e degli animali. In mezzo – sul davanti della base – si agitano le passioni, anch’esse chiuse tra le figure del dolore. Infine – sul di dietro della base – è la morte anch’essa tra i dolori come tutti gli elementi fondamentali della vita». In contrapposizione a queste si eleva «lo spirito rappresentato dalla faccia femminile la cui espressione si concentra nel sorriso che vuol significare, con la sua serenità, la elevazione oltre le passioni, "Oltre le nebbie" della vita». Sul piano stilistico la scelta della policromia, che caratterizza altri lavori di questo periodo, così come l’atteggiamento della figura, che sembra distaccata dalle cose terrene, dimostrano una piena adesione alla ritrattistica d’impianto psicologico. Nel 1910 la versione in gesso fu presentata a Capodistria in occasione della Prima Esposizione Provinciale ottenendo un buon riscontro da parte della critica e della giuria, tanto da permettere a Rovan di guadagnarsi la medaglia d’oro e il diploma d’onore.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.229