Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Si tratta di uno dei più significativi ritratti eseguiti da Carlo Sbisà nei primi anni Trenta. Raffigura l'architetto Umberto Nordio (1891-1971), amico dell'artista, che gli aveva già dedicato un ritratto "professionale" nel 1930, secondo uno schema simile a quello usato per "La disegnatrice": seduto al mobile di lavoro pieno di squadrette e matite sullo sfondo di un'architettura contemporanea triestina (la Casa del Combattente, allora in costruzione, di cui Nordio era il progettista). La scelta di vestire Nordio con una 'monumentale' tuta da palombaro sembra dovuta, benché alla larga, alla sua attività di progettista di arredamenti navali. Tuttavia l'impiego di elementi così legati al lavoro materiale non impedisce all'artista di dare al ritratto un'impostazione classica e di utilizzare ancora una volta il riquadro di una finestra aperta sul paesaggio per incorniciare il mezzo busto di Nordio. Questa volta il personaggio si affaccia dall'esterno e varca il limite del davanzale solo con le mani forti e nodose che stringono, l'una, il pesante martello e, l'altra, il casco tolto momentaneamente dal capo, che appare piccolo e sproporzionato rispetto alla massa del corpo appesantito dal coriaceo abbigliamento. Lo sguardo è malinconico e assente, in sintonia con lo sfondo di un mare oscurato da nubi minacciose, dove una nave sembra sul punto di colare a picco, particolare che pare tratto dai dipinti di Arturo Nathan, un altro grande amico di Sbisà, che nello stesso periodo dipingeva paesaggi marini di carattere metafisico (tra cui "Statua naufragata" e "Scoglio incantato" del Museo Revoltella) che pescavano negli abissi (come il Palombaro?) dell'anima.
Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 168-169