Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Quando l'opera apparve alla prima esposizione del Circolo artistico triestino nel 1890, venne in modo particolare lodata dalla critica per l'uso di tinte cangianti, per i "bagliori d'una vaga lucentezza" diffusi sulle stoffe, per il "raso giallo-cremisino" dei cuscini (Acs, 1890). Fu il signor Lunardelli a sostenere dinnanzi al Curatorio del Museo l'acquisto del dipinto considerato "il migliore finora eseguito" dall'artista. In quella stessa occasione lo stesso Lunardelli propose persino di destinare il denaro già promesso allo Scomparini per la realizzazione del Trittico in onore del barone Revoltella (Verbale del curatorio del 22 aprile 1886), all'acquisto della Margherita Gautier. Sebbene molti non si dimostrassero disposti a recedere dall'impegno di omaggiare il fondatore della galleria, il Curatorio, spinto anche da Giuseppe Caprin animato dal desiderio di vedere acquistate sempre più opere di artisti triestini, suggerì a Scomparini quanto meno di rimandare l'esecuzione del Trittico per dar modo al Museo di sostenere la spesa per la Margherita Gautier. Lo Scomparini onorato dall'attenzione destata dal suo dipinto, si disse disposto a ribassare il costo dell'olio in questione ma non a rinunciare all'incarico per il Trittico. La Margherita Gautier, venne infine pagata 2000 fiorini, mentre il Trittico fu regolarmente portato a termine nel 1895. L'interesse sollevato dal grande dipinto con la protagonista del romanzo di Dumas figlio, La signora dalle camelie, e de La Traviata musicata da Verdi, va imputato soprattutto alla maniera nuova sperimentata dall'artista al quale "non andava a genio di restar cristallizzato nella notorietà di ammiratore del Tiepolo" (Firmiani, 1984, p. 16). La tradizione del settecento veneziano aveva infatti dominato l'attività precedente del triestino impegnato nelle ariose composizioni per il sipario del Politeama Rossetti di Trieste, per il soffitto del teatro Grimani a Treviso e per il sipario per Fiume. Nemmeno la scelta di un soggetto teatrale poteva dirsi nuova dal momento che in passato l'artista si era già cimentato nella raffigurazione di alcuni protagonisti della drammaturgia come Otello, Amleto (bozzetto conservato al Museo Revoltella) e Ofelia (Le foto di questi due ultimi dipinti presentati all'Esposizione agricolo-industriale allestita a Trieste nel 1871, sono conservate nell'archivio del Museo Revoltella). Ora tuttavia s'avverte in questo dipinto un'attenzione verso la rappresentazione delle realtà finora soffocata in Scomparini da più complessi orditi: Margherita, eroina del realismo ottocentesco, porta l'artista a dipingere senza tentennamenti il pallore, l'atteggiamento languido del corpo fiaccato dalla malattia, la preziosità delle stoffe che tutto intorno alla protagonista concedono sempre nuove possibilità cromatiche e luministiche. Ed è proprio sull'abilità tecnica dello Scomparini che si sofferma anche Malabotta negli anni Trenta, allorquando l'interesse per le note passionali del dramma che domina quest'opera era certo venuto meno: "E' il soggetto, il brutto e il retorico soggetto, che sempre domina, che ci rende ostici i dipinti. E dobbiamo sorvolare sul senso di disagio che ci danno sopratutto quelli a soggetto sentimentale, per scoprirne e apprezzarne le doti intrinseche, l'efficienza pittorica. Fu infatti un buon pittore, lo Scomparini, molto abile e sicuro nell'accordare il rendimento tonale dei suoi dipinti. Le gamme pallide, trasparenti dell'incarnato e l'efficacia e l'abbondanza di accordi bianchi sono caratteristici in lui" (1931).
Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 108-109
"Il Museo Revoltella di Trieste", a cura di Maria Masau Dan, 2004, VIcenza, Terraferma: Trieste, Muyseo Revoltella, 2004, pp. 108-109