Nudo di schiena

Veruda, Umberto

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Oggetto
dipinto
Inventario
REV002221
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna ; REV
Acquisizione
donazione; Veneziani Svevo, Livia; 1932/10/05
Cronologia
1901 - 1904
Dimensioni
cm; altezza 182; larghezza 95
Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Questo monumentale nudo di donna allo specchio fu la grande rivelazione della retrospettiva ordinata a Trieste a neanche due mesi dalla morte di Veruda. In un articolo non firmato su "Il Piccolo", Silvio Benco, che fu uno degli organizzatori più convinti della mostra, parla entusiasticamente del quadro scoperto dopo la morte dell'artista: "Ecco quel formidabile studio dinudo (46), nel quale il Veruda è veramente un impressionista moderno nel più lato senso della parola, avendo ormai stabilito le relazioni reciproche di tutti i colori d'una mobilezza audacissima, in modo che ogni tratto abbia valore di luce e non esista più l'ingombro greve e opaco di materia morta che anticamente si chiamava l'ombra". Anche il recensore de "Il Lavoratore" ( che valorizza in particolare i pezzi già allora presenti o in seguito entrati nella raccolta di Italo Svevo) lo cita tra i lavori migliori della mostra ("v'è la cruda realtà: il grande nudo di donna visto di schiena!") e cerca di indirizzare gli acquisti del Museo Revoltella verso quel Nudo, "perchè difficilmente vendibile a privati, più adatto al detto museo". Il Curatorio del Revoltella, proprio in quei giorni impegnato nell'acquisto di Fondamenta a Burano, preferì assicurarsi il ritratto fatto a Veruda da Liebermann. Il Nudo rimase nella collezione dell'ingegner Veruda per passare quindi, con lo studio di nudo per Susanna e un altro nudo femminile, nella raccolta di Italo Svevo, affezionato cultore della memoria dell'amico. Nel 1932, quando venne inaugurato nel Giardino Pubblico di Trieste il busto di Veruda eseguito da Giovanni Mayer a pochi passi da quello di Svevo, la vedova dello scrittore donò al Museo Revoltella il Nudo di schiena, quasi soddisfacendo un desiderio espresso dalla critica alla morte dell'artista, e il nudo intitolato Abbandono. per la sua modernità di fattura il Nudo di schiena ha continuato a figurare negli allestimenti della galleria e in varie mostre. Ma la fortuna dell'opera risale alla sua scoperta: le parole che Benco le dedicò nel 1907, in un momento in cui il crito era particolarmente attento al fenomeno impressionista ("l'ispirazione di lui forse più mirabile, il grande studio di donna ignuda, cui su le carni ebro della molteplicità di colore che la sua luce contiene, questo studio vigoroso di linea e rigoglioso per la sfolgorante pienezza degli accordi cromatici"), sottolineano lo sperimentalismo tecnico del quadro e l'evoluzione dell'estrema ricerca di Veruda in senso post-impressionista. L'opera, non firmata nè datata, una sorta di esercizio privato dell'artista, dovrebbe risalire agli ultimi anni di attività di Veruda ed essere legata ai numerosi studi di nudo eseguiti in una delle tante libere accademie di Parigi.

Bibliografia

Il Museo Revoltella di Trieste, a cura di Maria Masau Dan. Vicenza : Terraferma ; Trieste : Museo Revoltella, 2004, pp. 112-113

"Il Museo Revoltella di Trieste", a cura di Maria Masau Dan, 2004, VIcenza, Terraferma: Trieste, Muyseo Revoltella, 2004, pp. 112-113

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