Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
"Beethoven", entrato nelle collezioni museali nel 1991, documenta il periodo di formazione dell’artista. Ancora legato al gusto locale per quanto riguarda la ritrattistica, il giovane Mascherini prova a misurarsi anche con la tradizione iconografica importante, scegliendo un soggetto che ispirò prima di lui molti artisti. Il francese Emile Antoine Bourdelle, rimasto colpito dalla personale somiglianza con il genio romantico, realizzò un’ottantina di sculture raffiguranti il celebre compositore, come un musicista crea diverse variazioni su un tema. Il tedesco Max Klinger, invece, concepì il suo "Beethoven" come incarnazione del divino Zeus, nudo, con il pugno serrato e lo sguardo sollevato. Il marmo policromo, l’opera più celebre dello scultore tedesco, fu esposta in occasione della XIV Mostra della Wiener Sezession del 1902 assieme all’omonimo fregio di Gustav Klimt. Nel 1925 Mascherini presentò in diverse occasioni la sua versione in gesso, che aveva ipotizzato di intitolare "Genio della nona", raccogliendo i consensi della critica. Dieci anni più tardi Marino Marini dedicò il primo importante articolo allo scultore sulla rivista friulana «Panarie». Con un preciso e dettagliato elenco il critico passava in rassegna le opere più significative del giovane artista. Per il "Beethoven" Marini si soffermò sull’aspetto decorativo e così descrisse l’opera: «Il disegno è estroso, forma un bell’arabesco: appunto è un bell’arabesco decorativo e secessionista, ma non un ritratto, non certo scultura pura e semplice». Per le opere di questo genere il critico denunciava il forte debito di Mascherini nei confronti del coetaneo Franco Asco, presso il quale si era formato dal 1924 e grazie al quale si era avvicinato all’opera di un altro artista, Ivan Meštrović, noto in Italia dopo la presenza all’Esposizione dell’Arte Mondiale di Roma del 1911. Ma per la produzione di questi anni punto di riferimento per Mascherini fu anche Alfonso Canciani, suo maestro in età giovanile, aggiornato sulle tendenze della scultura tedesca come rivela il "Busto" di Richard Wagner, realizzato in più esemplari marmorei.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.174