Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Disegno quotato a matita e inchiostro di due prospetti e una sezione del Faro per il porto di Trieste.
Già pubblicato da Berlam nel 1919 sulle pagine de "L'architettura italiana", il disegno illustra il progetto del Faro per il porto di Trieste, ideato da Arduino Berlam e approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici nel novembre 1921 (cfr. Zerboni 1999, p. 15). Esso illustra il progetto nella versione del gruppo scultoreo a "nave rostrata" (Ivi, p. 67 e sgg.). Si tratta di uno dei disegni progettuali del Faro della Vittoria, donati dallo stesso Berlam ai Civici Musei di Storia ed Arte nel 1935, cfr. le schede da CMSAOAR06_3598 a CMSAOAR06_3634. A partire dal 1919, l'architetto triestino lavorò alla progettazione del Faro della Vittoria, architettura celebrativa e simbolica, che rispondeva al desiderio di esaltazione della patria e dell’italianità di Trieste redenta, sorto dopo la Grande Guerra, e alla necessità di onorare i suoi caduti. Già durante il conflitto, Berlam aveva ipotizzato di erigere un faro in onore di Nazario Sauro, eroe del mare, sulla punta istriana di Salvore, a poca distanza da Capodistria (cfr. CMSAOAR06_3631). Tuttavia questa prima idea fu modificata a guerra conclusa, quando la Lega navale propose di costruire il faro a Trieste, per sostituire l’obsoleta lanterna di Pietro Nobile. Dal giugno 1919, quando il progetto di massima venne approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a Roma, al 1927, quando il faro fu inaugurato, il suo iter costruttivo fu tormentato da problemi e ritardi causati da divergenze di ordine tecnico-artistico e dall’antagonismo contro Arduino Berlam. Edificato sulle fondamenta del forte austriaco Kressich, costruito sul colle di Gretta nel 1854, su progetto dell'architetto Karl Möring, il faro presenta una gradinata monumentale alla cui sommità si trova un solettone. Su di esso è posta la lapide con l'epigrafe dedicatoria «A. D. MCMXXVII / SPLENDI E RICORDA / I CADUTI SUL MARE / MCMXV – MCMXVIII». Il manufatto prosegue con uno zoccolo a campana da cui pende l'àncora del caccia-torpediniere Audace, che il 3 novembre 1918 attraccò sul molo triestino ad esso intitolato. Sull'avancorpo del ballatoio, da cui si innalza il fusto della colonna, poggia la statua del Marinaio ignoto, eseguita da Giovanni Mayer. La colonna, in cemento armato, è rivestita da blocchi di pietra di Orsera e termina con un capitello che sorregge il terrazzo su cui poggia la lanterna. Quest'ultima è circondata da un ulteriore ballatoio in ferro ed è coronata da una cupola di rame a squame, su cui svetta una Vittoria alata, opera anch'essa di Mayer e forgiata da Giacomo Sreboth.
I. Sardei, Faro della Vittoria, in Trieste 1918-1954. Guida all’architettura, a cura di P. Nicoloso, F. Rovello, Trieste, MGS Press, 2005, pp. 99-103, n. 1
Motta Anna, L’architettura di Arduino Berlam: un’esperienza eclettica, tesi di laurea, relatore prof. Luka Skansi, Università Ca' Foscari di Venezia, a.a. 2014/2015, pp. 51-63: 60
Messina Michela, "Splendi e ricorda". Il Faro della Vittoria a Trieste, in "Atti dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste", 19, 2002-2003, pp. 77-91, p. 80
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BiblioEst
SBN
Pozzetto Marco, Giovanni Andrea, Ruggero, Arduino Berlam. Un secolo di architettura, Trieste, Lloyd, MGS, 1999, pp. 140-151
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BiblioEst
SBN
Alberto Boralevi, L’ architetto e il monumento: appunti su Arduino Berlam, architetto a Trieste (1880 - 1946), in "Notizie da Palazzo Albani", 12, 1983, 1/2, pp. 292-302, p. 297
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BiblioEst
SBN
Arduino Berlam, Faro per il Porto di Trieste, in "L'architettura italiana", XIV, 1919, 12, pp. 89-93
Fabio Zubini, Barcola. Dalla vallicula delle ville romane alla contrada San Bortolo, attraverso due guerre mondiali, alla Barcolana, regata velica di fama internazionale, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 2008, pp. 231-240
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BiblioEst
SBN
Nicoloso Paolo, Rovello Federica, Trieste 1918-1954. Guida all'architettura, Trieste, MGS Press, 2005, pp. 99-103, n. 1
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SBN