Trieste. Casa Romano (Palazzo del Tribunale d'appello), via Sanità - via Lazzaretto Vecchio

Berlam, Arduino

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Oggetto
disegno architettonico
Inventario
CMSAOAR06_0186
Collocazione
Civico Museo Sartorio; Gabinetto Disegni e Stampe
Cronologia
1906/11/00
Dimensioni
mm; altezza 798; larghezza 552
Materia e tecnica
carta/ penna/ inchiostro di china/ acquarellatura

La tavola presenta tre disegni acquerellati relativi alla sala centrale del palazzo del Tribunale d'appello in Trieste. Dall'alto verso il basso: pianta in scala 1:100; sezione in scala 1:50; sezione della parte centrale in scala 1:20 con le sue decorazioni.

Nel 1906 Arduino Berlam riproduce il salone centrale dell’edificio che ospitava il Tribunale d’Appello di Trieste, sito in via della Sanità 18 (attuale via Diaz), all’angolo con via dell’Annunziata. Realizzato, verso il 1794, per il negoziante Francesco Sante Romano in stile neoclassico, il palazzo si caratterizzava per un salone centrale affrescato con una partitura architettonica composta da colonne ioniche e doriche, reggenti un architrave, che, dilatando lo spazio reale, si apriva su un paesaggio con tempietto pagano. Il soffitto, nella parte centrale, doveva simulare una cupola cassettonata, mentre nelle parti laterali doveva aprirsi sul cielo. Si tratta con tutta probabilità della decorazione eseguita nel 1801 da Antonio Basoli, che ricorda “Andiedi a Trieste per commissione del Sig. Onofrio Muratori, in Casa Santo Romano negoziante milionario, a fare n. 3 Camere, una a chiaro scuro, l’altra a tende l’altra di Paese”, di cui esistono riproduzioni ad acquerello dello stesso artista bolognese (Farneti-Riccardi Scassellati 2019, pp. 54-55). Nel palazzo dimorò Gerolamo Bonaparte, fratello di Napoleone; fu poi acquistato dal negoziante inglese Giorgio Hepburn, che lo vendette nel 1824 ad Antonio Frizzoni. Successivamente l’edificio fu sede della Corte d’Appello austriaca e gli uffici della R. Pretura; venne demolito nell’estate del 1936.

Bibliografia

Silvio Rutteri, Trieste: spunti dal suo passato, Trieste, Edizioni Lint, 1968
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Fabio Zubini, Borgo Giuseppino: un tempo zona priva di insediamenti abitativi, poi proprietà di padri cappuccini e minoriti, monaci di San Benedetto, Frati ospitalieri e Fratelli della Misericordia..., Trieste, Edizioni Italo Svevo, 2002, pp. 45-46
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Fabia Farneti-Vincenza Riccardi Scassellati, Antonio Basoli. Percorso nella sua Vita Artistica, Faenza, Carta Bianca Editore, 2019, pp. 54-55
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