Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
La tavola contiene i prospetti anteriore, posteriore e laterale di un faro, sito sulla punta di una penisola, in scala 1:100.
Il disegno, che appartiene alla serie dei progetti per il Faro della Vittoria di Trieste (cfr. le schede da CMSAOAR06_3598 a CMSAOAR06_3634), descrive la prima idea di Arduino Berlam, nata a guerra mondiale ancora in corso, di erigere un faro da dedicare a Nazario Sauro, eroe del mare, sulla punta istriana di Salvore, a poca distanza da Capodistria. Concluso il conflitto, la Lega navale propose di costruire l’opera a Trieste, che abbisognava di un nuovo faro, moderno ed efficiente, per sostituire l’obsoleta lanterna di Pietro Nobile. Nella progettazione Berlam coinvolse lo scultore Giovanni Mayer e il capitano Piero Fragiacomo, direttore dell’Ufficio segnalazioni marittime della Costa Orientale Adriatica già sotto l’amministrazione austriaca, la cui competenza specifica in fari fu indispensabile affinché “l’erigendo faro non fosse soltanto un monumento, ma che corrispondesse alle più moderne esigenze in materia di ottica”. Il progetto di Berlam venne approvato dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici nel giugno 1919 e il 3 novembre dal Consiglio dei Ministri, che stabiliva un contributo statale per la costruzione del faro. Si costituì un Comitato per il faro, venne acquistato il forte Kressich e Berlam venne nominato consulente artistico del Genio civile. I lavori iniziarono solo nel gennaio 1923: il progetto preventivo del 1919, costituito “essenzialmente da una grande torre”, assunse le proporzioni di una colonna, elemento architettonico della tradizione classica, accentuava il significato nazionalista dell’opera. Nella fase progettuale Berlam dedicò molti studi al disegno dei conci, ai raccordi del fusto con il basamento e con il capitello-coffa, al coronamento con la statua di Vittoria alata e al gruppo statuario da porre alla base, che, come si può vedere confrontando il disegno in esame con i successivi schizzi e l'opera architettonica, fu ridotto alla sola figura stilizzata di un marinaio. L’esecuzione, affidata a un consorzio di cooperative edilizie di ex combattenti triestini, tuttavia fu assai tormentata e rallentata da problemi e ritardi causati da divergenze di ordine tecnico-artistico e dall’antagonismo contro l’ideatore del faro, che venne inaugurato soltanto il 24 maggio 1927, alla presenza del re Vittorio Emanuele III.
I. Sardei, Faro della Vittoria, in Trieste 1918-1954. Guida all’architettura, a cura di P. Nicoloso, F. Rovello, Trieste, MGS Press, 2005, pp. 99-103, n. 1
Messina Michela, "Splendi e ricorda". Il Faro della Vittoria a Trieste, in "Atti dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste", 19, 2002-2003, pp. 77-91, p. 79
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Motta Anna, L’architettura di Arduino Berlam: un’esperienza eclettica, tesi di laurea, relatore prof. Luka Skansi, Università Ca' Foscari di Venezia, a.a. 2014/2015, pp. 51-63
Fabio Zubini, Barcola. Dalla vallicula delle ville romane alla contrada San Bortolo, attraverso due guerre mondiali, alla Barcolana, regata velica di fama internazionale, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 2008, pp. 231-240
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Nicoloso Paolo, Rovello Federica, Trieste 1918-1954. Guida all'architettura, Trieste, MGS Press, 2005, pp. 99-103, n. 1
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Pozzetto Marco, Giovanni Andrea, Ruggero, Arduino Berlam. Un secolo di architettura, Trieste, Lloyd, MGS, 1999, pp. 140-151
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Caterina Lettis, Arduino Berlam (1880-1946): architetture, Archeografo triestino, serie IV, 1996, Volume LVI, pp. 203-235, pp. 208, 234
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