Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Disegno acquarellato raffigurante prospetto di villino entro un paesaggio. L'edificio, con due livelli sopra il suolo, è scandito da cinque grandi aperture ad arco al piano terreno ed altrettante, di dimensioni minori, al piano superiore, distinto dal primo, attraverso una balaustrata continua, che, nella parte centrale aggettante, si trasforma in balcone. La parte aggettante termina a guisa di frontone con oculo. Il fabbricato è concluso da un'alta cimasa. Sul retro, l'edificio è chiuso da due torri laterali.
Si tratta di uno dei due studi per il casino del Bersaglio, edificato per la Società triestina dei bersaglieri nel 1859, dopo che la precedente sede era stata atterrata nel marzo dell'anno antecedente, perché troppo prossima al palazzo Ferdinandeo e in un'area che era stata destinata al pubblico godimento delle amenità naturali. Fin dal 1796 a Trieste era attestata una compagnia dedita al tiro al bersaglio, che aveva visto tra i suoi seguaci esponenti di illustri famiglie (De Vecchi 1996, p. 435). Nella ricostruzione dell’edificio sito, come ricorda Ettore Generini in ‘Trieste antica e moderna’ (1884, p. 112), “A destra della via al Cacciatore; pochi passi prima di giungere al sommo del colle”, ebbe un ruolo di rilievo il barone Pasquale Revoltella, che contribuì economicamente, anticipando la somma necessaria. Alla progettazione della nuova costruzione parteciparono gli ingegneri Sforzi, Steingas, Frümmel, Boara; ma anche l’architetto Enrico Holzer che dapprima ideò un edificio-fortino merlato con torre di gusto neoromanico in Rundbogenstil, poi un edificio in cui accosta al Rundbogenstil elementi caratteristici della casa rustica di legno (cfr. CMSAOAR10_3200-CMSAOAR10_3201; De Vecchi 1996, pp. 434-435). Tuttavia l’edificio poi eretto venne progettato da Giovanni Antonio Berlam in forme neogotiche. Il disegno in esame è una prima idea della costruzione: presso l’Archivio Generale del Comune di Trieste, si conserva il progetto approvato dalla Civica Ispezione Edile, in cui l’architetto ha eliminato il motivo a frontone a favore di una fascia di coronamento con torrette pensili, che sorreggono sculture, e merlatura quadrata nel settore centrale; mentre gli archi a tutto sesto delle aperture divengono acuti (Lettis 1993, p. 52).
Fiorenza De Vecchi, Villa Pubblica Ferdinandiana, in Pasquale Revoltella (1795-1869). Sogno e consapevolezza del cosmopolitismo triestino, catalogo della mostra a cura di Maria Masau Dan, Udine, Arti grafiche friulane, 1996, pp. 427-437, pp. 434-437, nota 32
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Caterina Lettis, Giovanni Berlam 1823-1892: architetture, in "Archeografo triestino", serie IV, 53, 1993, pp. 33-88, pp. 51-53, n. 11; p. 86
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