Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
La scultura, che ritrae Anita Pittoni (1901-1982), appartiene alla serie di opere realizzate da Sbisà in materiali diversi, dedicati ad amici di famiglia, che facevano parte di un circolo di artisti e intellettuali attivi nella Trieste del dopoguerra. Le otto sculture sono la testimonianza della sua svolta artistica, dopo che nel secondo dopoguerra iniziò a lavorare con continuità la terracotta e la ceramica, con la quale si era cimentato già a Firenze negli anni Venti. In seguito, assieme alla moglie Mirella Schott Sbisà creò il marchio CSM, la cui produzione ottenne molto successo: esposero alle Biennali veneziane dal 1948 al 1964. Di Anita Pittoni è noto che si affermò soprattutto nell’ambito dell’arredamento e della moda e partecipò alle Biennali di Venezia e a diverse Triennali di Milano. Si dedicò anche alla poesia e fondò la casa editrice Lo Zibaldone nel 1949 assieme a Giani Stuparich. La scultura che la ritrae fu realizzata nel 1946 assieme a quella raffigurante Romeo Daneo, che riporta le stesse bruciature rossastre. L’artista triestino Romeo Danéo (1901-1979) si dedicò alla pittura e all’incisione xilografica e fu presente alle Biennali di Venezia del 1948, 1950, 1952, nonché a varie edizioni della Quadriennale romana. Nel 1949 collaborò con Sbisà, Ugo Carà e Marcello Mascherini alla decorazione della Motonave “Conte Biancamano”. Sotto la base dell’opera è stato riportato quanto lo stesso Sbisà aveva scritto su di un talloncino: «Carlo Sbisà, via Ruggero Manna, Trieste, ritratto del pittore Romeo Daneo» e poi il prezzo dell’opera «Lire 35.000». Del ritratto di Ida Marin (1922-2021), nipote del poeta Biagio Marin, esiste anche una copia in bronzo. La scultura, esposta alla galleria San Giusto a Trieste nel 1947, riscosse un notevole successo di critica. Federico Righi scrisse sul «Giornale di Trieste» del 23 novembre 1947 che le sculture «hanno finezza di modellato non comune e rivelano in questo infaticabile artista un’abilità di mestiere e una preparazione degna del più alto riconoscimento». È del 1950 la terracotta che ritrae il musicista e compositore piemontese Giorgio Federico Ghedini (1892-1965), che svolse l’attività di docente a Torino e presso i Conservatori di Parma e di Milano, dove fu direttore. Ghedini compose per il “Trio di Trieste”, formato dal violinista Renato Zanettovich, il violoncellista Libero Lana e il pianista Dario De Rosa. Sarà proprio la famiglia Zanettovich a fare incontrare il compositore e Carlo Sbisà.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.240-241