Ritratto di Silvio Benco

SPAGNOLI, Nino TS 25.10.1920 - 31.12.2005 ; Spagnoli, Nino

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Oggetto
scultura
Inventario
REV005124
Collocazione
Museo Revoltella - Galleria d’arte moderna
Acquisizione
donazione; Pazienza Spagnoli, Giuliana; 2013
Cronologia
1949
Dimensioni
cm; altezza 55; larghezza 46; profondità 27
Materia e tecnica
bronzo

Il "Ritratto di Silvio Benco" dello scultore triestino Nino Spagnoli è entrato a far parte delle collezioni del Museo Revoltella nel 2013, per volontà della moglie dell’artista che ne ha fatto dono, incrementando così le raccolte museali con l’effigie di uno dei protagonisti più significativi della storia culturale del capoluogo giuliano. Silvio Benco (1874-1949) è stato infatti uno dei giornalisti e scrittori più colti e completi della sua epoca, autore di circa cinquemila scritti di politica, storia, costume, critica teatrale, letteraria, artistica e musicale e senza dubbio il più autorevole cronista e critico della letteratura triestina. Nell’Archivio “Nino Spagnoli”, fonte imprescindibile per ricostruire l’itinerario artistico dello scultore, vengono inventariati due busti in bronzo di Silvio Benco, realizzati dopo la morte dello scrittore: uno collocato nel 1951 nel Ridotto del Teatro Verdi di Trieste, per poi essere spostato nel Giardino pubblico “Muzio de Tommasini” e lì inaugurato nel 1984 e una replica della stessa opera situata nel 1993 nella Sala Benco della Biblioteca civica Attilio Hortis. La scultura del Revoltella è una delle diverse copie del busto di Silvio Benco fuse in bronzo, opera tra le più pregevoli di Nino Spagnoli, che, fin da giovanissimo, ha raffigurato i protagonisti più significativi della cultura e della storia triestina (Biagio Marin, Gianni Bartoli, Silvio Rutteri, Anita Pittoni e Letizia Fonda Savio) e non solo, se si pensa alle sculture a figura intera in bronzo che si possono ammirare nelle vie della città e che ritraggono James Joyce, Umberto Saba e Italo Svevo. Spagnoli, che si era formato con i pittori Giovanni Zangrando e Edgardo Sambo, iniziò a dedicarsi alla scultura all’inizio degli anni Quaranta, periodo in cui frequentò l’Accademia di belle arti di Venezia sotto la guida di Guido Cadorin. La sua abilità di ritrattista fu apprezzata anche in America Latina, poiché l’artista lavorò per un lungo periodo in Venezuela e in Ecuador realizzando numerose sculture dedicate a personaggi storici locali e alcune opere monumentali.

Bibliografia

Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.252

La scultura: Museo Revoltella, Galleria d'arte moderna, a cura di Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, Trieste, Civico Museo Revoltella, 2022, p. 252
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