Amuleto raffigurante il pilastro djed con corona atef in faience, in composizione, dall'Egitto

ambito culturale: Antico Egitto

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Oggetto
Amuleto
Inventario
31112
Collocazione
Civico Museo d'Antichità “J.J. Winckelmann”; MAW Sale egizie
Acquisizione
Donazione; Basilio; 1904/01/20
Dimensioni
cm; altezza 1,8; larghezza 1,1; profondità 0,4
Materia e tecnica
Faience
Conservazione
Frammentario

Amuleto in faience mancante della parte inferiore, che raffigura il geroglifico "djed", a forma di pilastro con quattro espansioni nella parte superiore e sormontato da una corona atef, che indica stabilità, immutabilità, eternità, resurrezione, ma anche forza inestinguibile ed incorruttibilità. Già nella Prima Dinastia (3150 – 2925 a.C.) era un pilastro intorno al quale venivano legate spighe di grano; dal Nuovo Regno (1543 – 1078 a.C.) fu interpretato anche come spina dorsale di Osiride. Un djed, meglio se in oro, era posto sulla gola del defunto durante il suo funerale, con il compito di farlo divenire uno spirito santificato e perfetto, un seguace di Osiride. Nel capitolo 155 del Libro dei Morti l’amuleto fa sì che “è tua nuovamente la tua spina dorsale e le tue vertebre, così che puoi tornare a muoverti...”.

Bibliografia

Collezione egizia del Civico museo di storia ed arte di Trieste / a cura di Franco Crevatin e Marzia Vidulli Torlo ; con testi di Susanna Moser e dei soci della Casa della vita Trieste : Comune, 2013, Cat. 8.260

Collezione egizia del Civico museo di storia ed arte di Trieste, a cura di Franco Crevatin e Marzia Vidulli Torlo, Trieste, Civici Musei di Storia ed Arte, 2013, Cat. 8.260
Consulta OPAC BiblioEst SBN

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