Tavoletta cuneiforme con contratto di acquisto di un terreno in terracotta da Babilonia

ambito culturale: Produzione babilonese

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Oggetto
tavoletta iscritta
Inventario
139
Collocazione
Civico Museo d'Antichità “J.J. Winckelmann”
Cronologia
532 a.C.
Dimensioni
cm; altezza 9; larghezza 6; profondità 3
Materia e tecnica
Terracotta
Modalità di reperimento
babilonese
Conservazione
Buono

Tavoletta in terracotta con testo in caratteri cuneiformi sui due lati e sul dorso, accanto alle “tacche” impresse nell’argilla cruda dalle unghie dei testimoni, che hanno valore di firma, il sigillo raffigura: da destra, una figura di orante e tre altari sormontati da simboli di divinità: una mezzaluna per la dea Ištar, un uccello per il dio Papsukkual e una stella per il dio Sin.

Tavoletta del Tardo periodo babilonese, settimo anno del regno di Ciro, corrispondente al 532 a.C. Contratto di vendita di un terreno situato presso la porta di Zababa, una delle due della città di Babilonia poste verso Oriente. Il compratore di nome Itti-Marduk-balatu appartenne alla famiglia detta di Egibi, una delle casate di banchieri più importanti di Babilonia, e fu attivo tra 575 circa e 500 a.C.; di lui sono noti numerosi altri atti di compravendita di immobili. La tavoletta cita il settimo anno di Ciro quale re di Babilonia, regno che egli conquistò nel 538 a.C.

Iscrizione
testo a) Una (superficie da) semina di 25 SILA (e) 9 NINDA: un campo in campagna, un giardino piantato con palme da dattero, di fronte alla porta di Zababa, nel distretto di Babilonia. Lato lungo superiore, a ovest, confinante con Itti-Marduk-balatu, compratore del campo; lato lungo inferiore, a est, confinante con Kin-zera figlio di Bel-rimanni, discendente di Gahal; lato corto superiore, a nord, (alla) riva del canale di derivazione di Ile’i-Bel; lato corto inferiore, a sud, confinante con Damqija, figlio di Niqudu, discendente di Irâni. In totale una (superficie da) semina di 25 SILA (e) 9 NINDA: questo campo; con Nadin, figlio di Rimut, discendente di Epeš-ili e Tašmetu-damqat, sua madre, figlia di Šuzubu, discendente di Šigûa, Itti-Marduk-balatu, figlio di Nabû-ahhe-iddin, discendente di Egibi, ha dichiarato come valore d’acquisto 2/3 di mina d’argento, ha comperato al suo completo prezzo d’acquisto, e ha versato a loro 2 sicli d’argento come pagamento addizionale. In totale 2/3 di mina (e) due sicli in pezzi d’argento dalle mani di Itti-Marduk-balatu, figlio di Nabû-ahhe-id[din], discendente di Egibi, Nadin, figlio di Rimut, discendente di Epeš-ili e Tašmetu-damqat, sua madre, figlia di Šuzubu, discendente di Šigû[a], hanno ricevuto come prezzo del loro campo, pagamento completo. Sono testo b) soddisfatti. Non hanno (alcuna) rivendicazione, non vi torneranno sopra non si quereleranno l’un l’altro. Quando mai tra i fratelli, i figli, la famiglia, i parenti, i parenti acquisiti dei discendenti di Epeš-ili e di Šigûa (ci sarà uno) che darà querela così «Questo campo non è ceduto, l’argento non è ricevuto», il querelatore risarcirà (per l’ammontare) di 12 volte l’argento che (i venditori) hanno ricevuto. Se il campo è più grande o più piccolo, l’uno compenserà l’altro secondo il loro valore d’acquisto. Nel sigillare questa tavoletta furono testimoni (?): (seguono i nomi di 4 testimoni e dello scriba). Babilonia, il 1° di Ululu; 7° anno di Ciro re di Babilonia, re di tutti i paesi. L’impronta dell’unghia di Nadin e di Tašmetu-damqa[t], sua madre, i venditori, è come il loro sigillo.
Bibliografia

Archi Alfonso, Un contratto babilonese del regno di Ciro in Atti dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste n. 7 (1971/72) pp. 23-28; Archi Alfonso, Testi in cuneiforme - II, OrAn 14 (1975) Roma, pp. 11-20

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