Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
XIX
L'espansione industriale che interessò Trieste tra il XVIII e il XIX secolo ebbe come immediata conseguenza l'enorme aumento della popolazione il cui numero risultava già nel 1775 triplicato rispetto a pochi anni prima. Il Comune si vide costretto ad affrontare problemi di non facile né immediata risoluzione, primo tra tutti quello degli "esposti" e dell'assistenza ai poveri ed agli ammalati. Nel 1769 si decise di istituire un Fondo per i Poveri favorito dai proventi di una tassa sui vini non austriaci. Nel 1785 la Fondazione Generale della Casa dei Poveri venne ad essere formata da una serie di strutture diverse: il fondo per il sussidio dei poveri, un ospedale generale per gli ammalati poveri ed uno per gli incurabili, una casa dei pazzi e una delle partorienti. Nel 1841 il nuovo ospedale, sorto in contrada di Chiadino, alleviò la Fondazione della questione ammalati, irrisolta rimase invece il problema degli indigenti. Il Comune dopo alcune soluzioni provvisorie inaugurò nel 1862 la nuova Casa per i Poveri sul fondo catastale 174 di proprietà di Giovanni Floriano Banelli. Nel 1864 il sig. Lazzari, proprietario del fondo N.T. 134-135 attiguo alla Casa in questione, chiese l'innalzamneto di un piano del costruendo edificio inglobato successivamente nell'Istituto e adibito, nel 1871, a Sale di Lavoro per "giovanetti abbandonati". Il nuovo fabbricato, destinato ad accogliere minori di età compresa tra gli 8 e i 15 anni di età, contava già 70 ragazzi appena pochi giorni dopo l'apertura. Nel 1897 la struttura venne adibita a riformatorio e destinato alla preparazione professionale dei giovani. La costruzione venne trasformata nella prima metà del 1900 in caserma MVSN (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale). Nel 1960 divenne mensa comunale. L'errata identificazione dell'edificio in questione con le Officine Holt trova giustificazione nel fatto che sulla medesima strada, pochi metri più in alto, si affacciavano, in effetti, le fabbriche di proprietà dell'inglese Thomas Holt, la cui ubicazione tuttavia già nel 1857 veniva definita con il N.T.130. Va peraltro segnalato che, in data 3 dicembre 1981, il corpo di fabbrica identificato dal numero civico 8 è stato ceduto dal Comune all'Università degli Studi di Trieste.
Il complesso edilizio è di tipo industriale. Il fronte principale è disposto lungo Via Gambini ed il perimetro è delimitato da un muro di cinta. L'edificio è composto da corpi edilizi a due piani fuori terra, disposti con il timpano sul fronte principale e collegati a corpi longitudinali su cui sono ricavati gli accessi ai cortili interni. La superficie muraria dei corpi trasversali è suddivisa verticalmente da lesene a tutta altezza in finto bugnato; orizzontalmente, invece, il paramento murario del piano terra è rivestito da un basamento in lastre di pietra artificiale e intonaco cementizio a riseghe orizzontali fino al marcapiano. Il marcapiano, troncato all'incrocio con le lesene, è in pietra artificiale con modanatura. La superficie del piano superiore è rivestita da intonaco liscio ed è forata da finestre rettangolari e da una doppia finestra centrale su cui si trova un piccolo rosone. Il profilo del timpano è adornato da una cornice e da una merlatura suddivisa dall'intersezione con le lesene. Il paramento murario dei corpi longitudinali è tripartito verticalmente da lesene che riquadrano i fori centrali del prospetto: al piano terra, le lesene sono rivestite da un finto bugnato e fiancheggiano il portone d'ingresso; al secondo piano sono lisce, chiuse da una sottocornice e cingono il paramento murario su cui è posta una finestra. La copertura è lignea a due falde con rivestimento in coppi di laterizio. La gronda e il pluviale sono in rame. La copertura dei corpi edilizi, posti sul retro del prospetto principale, è realizzata con travi prefabbricate e soletta in laterocemento. All'interno del piano terra, si trovano grandi saloni, ambienti di servizio, depositi, uffici e vani scala. Da questi ambienti si aprono accessi ai cortili interni e a spazi polifunzionali. Il piano superiore è caratterizzato da ambienti più piccoli collegati da un corridoio centrale che si articola lungo tutto il perimetro del complesso. Sul solaio del salone al piano terra, racchiuso dalle facciate, si trova un cortile. Due lucernai piani e una struttura edilizia centrale con pareti vetrate illuminano gli ambienti sottostanti.
MERLATURA (esterno): merlatura cementizia, posta lungo il profilo del timpano, composta da piccoli archi e gocciolatoi in pietra. LESENE (esterno): Lesene rivestite da bugnatura artificiale e adornate di un piccolo listello in pietra sulla parte sommitale
I setti murari portanti sono costituiti da blocchi di pietra squadrata; i setti divisori sono realizzati da un telaio ligneo con imbottitura in mattoni di laterizio disposti a coltello e rivestiti con intonaco. La struttura di scarico, in prossimità degli architravi delle finestre, è costituita da archi a sesto ribassato in blocchi di pietra squadrata. Gli ingressi sono grandi portoni cinti da una cornice in pietra artificiale modanata e dotati di infisso in legno a due battenti e sopraluce vetrato. Sul corpo trasversale, le finestre del piano terra sono ad arco ribassato con cornice in pietra rastremata verso l'interno, infisso ligneo a doppio battente con specchiature vetrate e grata in ferro saldato. Al piano superiore, la cornice cinge il profilo rettangolare delle finestre, ma s'interrompe alla base degli stipiti dove è sostituita dallo spigolo nudo della muratura; le doppie finestre sono adornate da un'ulteriore cornice, modanata tipo stola, con un piccolo timpano. Le finestre del corpo longitudinale sono rettangolari con cornice in pietra, interrotta alla base degli stipiti. I serramenti sono in legno a due battenti e sei specchiature. Il rosone è decorato con cornice modanata in pietra e l'infisso è ligneo con specchiature vetrate. La merlatura cementizia del timpano, in rilievo rispetto al filo della facciata, è costituita dalla successione di modanature arcuate decorate con piccoli gocciolatoi in pietra. I collegamenti verticali sono a due rampe con interpiano, e sono posti in corrispondenza degli ingressi principali. Le scale sono realizzate in muratura, con putrelle metalliche e scalini in pietra, una con ringhiera in ferro saldato; l'altra con ringhiera in ferro battuto e corrimano in legno. La pavimentazione del piano terra è in mattonelle di graniglia e, in alcuni vani, in massetto cementizio. I saloni interni sono coperti con travi prefabbricate e solai piani, in laterocemento con lucernaio, sostenuti da pilastri in cemento armato; i solai dei vani più piccoli sono ad orditura lignea. Il controsoffitto è composto da listelli in legno rivestiti con malta. Al primo piano, in corrispondenza del vano scala, il controsoffitto del corridoio è realizzato con una struttura lignea voltata, ricoperta da stuoia incannuciata rivestita con malta e collegata al profilo dell'arco in muratura.
Compilato in data: 2005