Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Pertsch, Matteo - architetto ; Selva, Giannantonio - architetto ; Geiringer, Eugenio - architetto
1801
L' edificio venne costruito tra il 1798 ed il 1801. Già nel 1795 Giovanni Mattteo Tommasini, rappresentante del Granducato di Toscana a Trieste, si era offerto di costruire a proprie spese un nuovo teatro, destinato a sostituire quello settecentesco di San Pietro. Si decise di utilizzare il fondo retrostante la Dogana Vecchia. Contrastata è la genesi architettonica dell'edificio alla quale concorsero Gian Antonio Selva, autore del primo progetto generale, datato maggio 1798, e Matteo Pertsch, cui si deve la progettazione definitiva della facciata principale nel marzo del 1799. In seguito a numerosi problemi, tra cui il licenziamento di Pertsch da parte di Tommasini nel 1800, la costruzione dell'edificio venne completata nel marzo del 1801. Il 21 aprile dello stesso anno si tenne la serata inaugurale del Teatro Nuovo, allora proprietà del Conte Cassis-Faraone. Nel 1820 assunse il nome di Teatro Grande e solo nel 1901 venne intitolato a Giuseppe Verdi. Alla prima metà del XIX secolo risalgono gran parte delle decorazioni pittoriche interne attribuite a Giuseppe Bernardino Bison, Alessandro Sanquirico, Placido Fabris, Giuseppe Gatteri e Tranquillo Orsi. Le decorazioni interne tuttora visibili vennero invece eseguite da decoratori austriaci negli anni Ottanta dell'Ottocento. Le sculture che adornano la facciata del teatro sono attribuite agli scultori Antonio Bosa e Bartolomeo Ferrari. Nel 1846 si pose mano al rifacimento completo della sala della platea arricchita da decorazioni in legno dorato. In questi anni inoltre venne introdotta l'illuminazione a gas. Tra il 1882 ed il 1884 venne realizzata l'attuale facciata verso il mare, avanzata di sei metri rispetto all'originale, su progetto dell'architetto Eugenio Geiringer. L'importanza del teatro è legata ad eventi come la prima del Corsaro e dello Stiffelio nel 1850, concertato da Giuseppe Verdi, ai grandi interpreti, e ai direttori gloriosi, quali Mahler, Strauss e Toscanini. L'edificio è stato interessato da diversi restauri, l'ultimo dei quali tra il 1992 ed il 1997 ha portato al recupero dell'assetto originario della sala.
La struttura, a pianta rettangolare, è costituita da cinque livelli fuori terra, compresi l'ammezzato e il mezzanino, a cui si aggiunge un sottotetto nella facciata posteriore. Affaccio principale su Piazza Verdi, secondari su Riva Tre Novembre, Via dell'Arsenale e Via San Carlo. La facciata principale presenta un pianterreno con rivestimento a bugnato liscio, su cui si aprono sei fori architettonici posti ai lati di un portico rettangolare che si protende verso la piazza, con pilastri ed archi a tutto sesto in pietra. La struttura sostiene la soprastante terrazza, con balaustre in pietra, su cui si aprono tre porte finestra alternate a quattro semicolonne di ordine gigante con capitello ionico. Ai lati della superficie centrale aggettante si collocano una serie di lesene di ordine gigante con capitelli ionici. Le pareti del primo e secondo piano sono trattate ad intonaco. I fori finestra del primo piano presentano timpano triangolare e finta balaustra, mentre al piano superiore le finestre sono inserite entro una cornice in pietra bianca. A coronamento del prospetto spicca il gruppo scultoreo attribuito ad Antonio Bosa, autore anche delle due statue collocate entro le nicchie del pianoterra. I prospetti laterali sono risolti con una soluzione più semplice, costituita da bugnato liscio al pianoterra ed intonaco ai piani superiori ritmati da fori finestra con timpano triangolare e trabeazione lineare. La facciata posteriore, inizialmente costruita su disegno del Selva, venne rifatta dall'architetto Geiringer riprendendo la struttura del prospetto principale; identico risulta il trattamento dei piani superiori, mentre il pianoterra rivestito a bugnato liscio è privo del porticato ad archi, prospiciente Piazza Verdi.
BALAUSTRA (esterno): Balcone e finti balconi con parapetto a balaustra in pietra in corrispondenza del primo piano del prospetto principale. PARASTE (esterno): Paraste e semicolonne di ordine gigante con capitello ionico in corrispondenza del primo e secondo piano del prospetto principale. STATUE (esterno): Statue raffiguranti Plutone e Marte inserite nelle nicchie del pianoterra del prospetto principale. Gruppo scultoreo rappresentante Apollo e le Muse Talia e Melpomene a coronamento della facciata principale. Le sculture sono attribuite ad Antonio Bosa.
Compilato in data: 2005