Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Sommaruga, Giuseppe - architetto ; Pirovano, Carlo - scultore
1907
L'immobile sorge in Viale XX Settembre, già Via dell'Acquedotto, il cui nome deriva dalla presenza di un "canale di pietra sostenuto da pilastri e da archi che avevano fatto costruire i romani, il quale& conduceva l'acqua sino all'Arena" (Generini, 1968, p. 83), distrutto dai Longobardi, poi ricostruito nel 1750 da Maria Teresa. Il viale viene ricordato dalle fonti dell'epoca come "Passeggiata dell'Acquedotto, un tempo molto frequentata perché portava al Boschetto e vi si poteva godere a destra ed a sinistra del verde delle colline& " (Goracuchi, de, 1977, p. 61); si deve alla volontà di Domenico Rossetti la creazione del passeggio con la sistemazione degli alberi completata nel 1808. Il sito, su cui si trova l'edificio in esame, in origine risulta occupato dai terreni estesi al di là del ponte chiamato Chiozza, nel corso dell'Ottocento da case per abitazioni poi demolite. Il palazzo viene realizzato entro il 1907, in base ai progetti del 30 novembre 1906 e 23 luglio 1907 firmati da Giuseppe Sommaruga (1867-1917), architetto milanese, allievo antiaccademico e anticlassico di Camillo Boito, responsabile a Trieste della diffusione dello stile floreale e liberty di ascendenza lombarda, tra cui si segnala l'esempio di Palazzo Castiglioni, analogo al caso triestino. Entrambii disegni portano il timbro degli ingegneri Viviani e Giberti, titolari dell'omonima impresa di costruzioni e proprietari del fabbricato; agli ingegneri triestini è attribuita l'ideazione dei prospetti laterali. Il progetto iniziale prevede la realizzazione di un impianto occupante il pianoterra e il primo piano, costituito da un nuovo teatro, dal "Cafè Concerto" e dal "Restaurant", mentre ai piani superiori unità abitative. Tale struttura non viene però realizzata completamente; si completa l'allestimento del nuovo Teatro Filodrammatico, inaugurato la notte di Natale del 1907, quando il giornalista de "Il Piccolo" registra l'urgenza di "mettere le vetrate all'atrio del bigoncio, perché altrimenti un'ondata di freddo entra nella sala". Allo stato delle testimonianze dell'epoca, infatti, i lavori sono conclusi sono alla fine del 1908, data in cui "alla galleria libera e inedita , aggettante con curva e controcurva sulla platea e suddivisa al lati da basse tramezze formanti due serie di scomparti, si accedeva attraverso un'agile scala a tenaglia di cui l'ultima larga rampa apriva un più fluido collegamento tra il buffet e il restante organismo teatrale" (Guacci, 1967, p. 8). Le fonti contemporanee ricordano la bellezza delle pitture sulla copertura del vano scale di Giovanni Zangrando e le decorazioni a calcestruzzo di Carlo Pirovano. L'apertura della sala teatrale "filodrammatica", affidata alla Compagnia comica di Sichel-Galli-Guasti, viene patrocinata in origine da Rodolfo Ulmann, per essere ceduta dopo appena un anno a Windsbach e Covaz Brun, con il nome di "Eden". Allo stesso periodo risale l'apertura del "Caffè Eden", conosciuto in seguito anche con il nome di "Caffè-chantant", sotto la direzione di Ernesto Windspach. Nel 1938 il teatro, ospitante opere in prosa e spettacoli di caffè-concerto, viene ribattezzato "Supercinema Principe", per tornare ad assume l'originario nome solo alla fine degli anni Cinquanta del Novecento. L'attuale denominazione di "Cinema Ambasciatori" risale agli anni Novanta, quando il palazzo è stato interessato da un progetto di restauro generale.
Il palazzo, con corpo di fabbrica a forma di "U" a sei piani fuori terra, sorge su un lotto posto in testa ad un isolato rettangolare. Affaccio principale su Viale Venti Settembre, secondari su Via Gatteri e Brunner. Impianto analogo per tutte e tre le facciate. Il pianoterra presenta rivestimento a fasce di bugnato rustico, su cui si sprono fori commerciali, concluso da un ricco bassorilievo con motivi floreali. I piani superiori, trattati ad intonaco grezzo che simula un rivestimento a conci di pietra, sono articolati da aperture arricchite da fregi e pannelli decorativi a rilievo realizzati a calcestruzzo. Al terzo piano si trovano dei balconcini decorati da motivi floreali. Le cornici delle finestre presentano elementi decorativi diversi per ogni livello. Il quinto livello è caratterizzato da aperture arricchite da colonnine. All'ultimo piano piccole finestre rettangolari sono intervallate da pannelli a rilievo. Nella facciata principale la parte centrale viene evidenziata dall'ampio ingresso ornato da due enormi statue raffiguranti figure femminili in cemento plastico e nella parte superiore da due putti dello stesso materiale che sorreggono il balcone.
STATUE (esterno): Coppia di statue in pietra raffiguranti immagini di donna a cui corrispondono al di sopra due putti dello stesso materiale, attribuiti agli artisti Romeo Rathmann e Romeo de Paoli, colocati in corrispondenza dell'ingresso principale su Via Venti Settembre. FREGI( esterno): Fregi a rilievo a decorazione delle aperture, cornici e specchiature delle finestre con motivi floreali e vegetali su tutti e tre i lati dell'edificio. COLONNE (esterno): Colonnine con capitello con decorazioni a rilievo a motivi floreali i corrispondenza di alcune finestre del quinto piano su tutti e tre i lati dell'edificio.
Compilato in data: 2005