Fabbricato di Largo Papa Giovanni XXIII 7, Palazzo Vivante

Corti, Domenico - architetto

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Localizzazione
Trieste
Largo Papa Giovanni XXIII, 7; Salita dei Montanelli, 1
Via Don Edoardo Marzari, 4
Via Don Edoardo Marzari, 2
Comune Censuario: San Vito; numero anagrafico: 212
Uso attuale
non utilizzato
Provvedimenti di tutela
L. n. 1089/1939 di data 30/05/1960
Vincolo diretto BB AA PP
Vincoli

1844

L'edificio, d'impianto neoclassico, venne eretto tra il 1842 e il 1844 su progetto dell'architetto Domenico Corti. L'area sulla quale furono costruiti il palazzo e il suo giardino in precedenza era occupata da una fabbrica di cere. Il palazzo doveva diventare l'abitazione privata della famiglia Corti, ma l'architetto lombardo morì nel 1842, senza riuscire a vedere completato il suo edificio. Nel marzo del 1867 lo stabile venne intavolato a nome di Luca Francesco e Marco Domenico Garofolo, mentre nel dicembre del 1874 ne divenne proprietario Marco Salem. Nel 1904 l'edificio fu acquistato da Fortunato Vivante che lo elesse a dimora della sua famiglia. Da allora l'immobile è noto con il nome di Palazzo Vivante. I Vivante, commercianti , banchieri e assicuratori, elevati al rango di baroni dall'imperatore Francesco Giuseppe, erano ebrei di origine francese. Nel 1918-19 Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, comandante della Terza Armata, aveva il suo ufficio nella sala ovale del primo piano. A ricordo di tale avvenimento venne apposta una targa sulla facciata di Palazzo Vivante. L'edificio venne ristrutturato alla fine dell'Ottocento dall'architetto viennese Koenig, a cui seguirono le modifiche operate nel 1905 ad opera degli architetti A. Ziffer e R. Dick. Nell'estate del 1945, l'edificio venne seriamente danneggiato da un bombardamento e in seguito abbandonato. Nell'inverno dello stesso anno don Edoardo Marzari vi sistemò provvisoriamente dei profughi istriani. Nel 1949 Palazzo Vivante diventò proprietà dell'Opera Figli del Popolo per l'Assistenza Sociale alla Gioventù. Nel 1952 l'architetto F. Vicentini seguì i lavori di restauro dell'immobile. Il palazzo, nel suo stato attuale, si presenta in parte modificato rispetto al progetto originale, soprattutto per quanto riguarda il piano terra e i partiti decorativi. Le lunette dei portoni laterali sono decorate a bassorilievo con allegorie delle arti figurative, attribuite allo scultore veneziano Angelo Camerini ( Riccoboni 1922). Negli interni del Palazzo, riccamente decorati, sono presenti dipinti e sculture.

L'edificio, a pianta quadrata con corte interna, è costituito da tre piani fuori terra. L'alto basamento è realizzato in bugnato a rebbi, nel quale si aprono aperture ad arco. Il corpo centrale, aggettante, è caratterizzato da una lunga balaustra, su cui si innesta la grande falsa loggia, realizzata con sei colonne addossate corinzie di ordine gigante. Le finestre centrali del primo piano sono timpanate, mentre quelle laterali sono coronate da un frontone lineare. Il corpo centrale termina con un timpano decorato a bassorilievo con apertura circolare al centro. Una cornice a dentelli conclude la facciata sotto lo sporto del tetto, sostenuto da una fitta serie di mensoline.

ELEMENTI ORNAMENTALI (esterno) Decorazioni a stucco di gusto romantico ornano la trabeazione e il frontone del timpano con girali d'acanto e motivi vegetali. Ai lati dell'occhio centrale sono raffigurate due figure ornate di alloro. COLONNE (esterno) Colonne si ordine gigante con capitello corinzio nella falsa loggia centrale. BASSORILIEVI (esterno) Le lunette sulla facciata principale presentano allegorie delle arti figurative della scultura e del'architettura, mentre in quella sul lato salita dei Montanelli è raffigurata una figura femminile con un globo, un'ancora e cannocchiale. Tutti i bassorilievi sono attribuiti ad Angelo Camerini. BALAUSTRA (esterno) La balaustra della falsa loggia presenta un parapetto in pietra con balaustrini ad anfora. INFERRIATE (esterno) Le aperture del piano terra e l'occhio del timpano sono ornati da inferriate in ferro battuto riccamente decorate. LAPIDE (esterno) Sulla facciata è collocata una lapide recante la seguente dicitura: IN TRIESTE REDENTA TENNE QUI DAL MCMXVIII AL MCMXIX IL COMANDO DELLA TRIONFALE SUA TERZA ARMATA S.A.R. EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA DUCA D'AOSTA A MATO E DESIDERATO.

Compilato in data: 2005

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