Fabbricato Via Giuseppe Caprin 7, Casa Caprin

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Localizzazione
Trieste
Via Giuseppe Caprin, 7
Comune Censuario: San Giacomo; numero anagrafico: 3671
Uso attuale
Culturale - altro
Provvedimenti di tutela
L. n. 1089/1939 di data 16/08/1965
Vincolo diretto BB AA PP
Vincoli

1878

L'edificio si trova nella contrada di Chiarbola, estesa sul colle di San Giacomo abitato già dall'epoca romana; l'area viene interessata da una fase di espansione urbana, principalmente di edilizia popolare, intorno alla metà del XIX secolo, quando si colloca anche la consacrazione della chiesa di San Giacomo Apostolo. Casa Caprin sorge sulla via omonima in origine chiamata Erta, "in retta linea salendo a quella di S. Giacomo in Monte", e "salendola si comprende l'origine del nome" (Generini, 1968, p. 165). L'immobile viene realizzato nel 1878 per volere di Giuseppe Caprin (1843- 1904), storico e patriota triestino. Caprin studia all'Accademia di Commercio per avvicinarsi in un secondo tempo al giornalismo, a cui decide di dedicare la sua carriera; infatti fonda diverse riviste e giornali tra cui "Il Pulcinella"e "L'Indipendente", legando il suo nome come editore a testi fondamentali per la storia cittadina, quali "I nostri nonni", "Tempi andati", "Trecento a Trieste" e "Istria nobilissima". Nel 1868 ottiene il decreto per aprire una tipografia, sistemata prima nell'attuale Via Genova, in società con il piranese Bartolomeo Apollonio, trasferita in seguito nella Casa Brunner in Piazza Ponterosso e poi in Palazzo Carciotti. Con la costruzione del palazzo in Via Caprin viene aperto lo Stabilimento Artistico Tipografico Giuseppe Caprin negli ambienti del pianoterra, dove vengono ricordati anche diversi salotti, tra cui il salotto veneziano, con travi e vetri istoriati, e il salotto in stile arabo e la biblioteca in stile Rinascimento. L'atrio veniva abbellito da statue di leoni in bronzo e da un lampadario veneziano. Fonti contemporanee ricordano al primo piano la sala detta del Quattrocento con mobili antichi provenienti dal Friuli, dall'Istria e dal Veneto. Silvio Rutteri (1950, p. 106) testimonia come "furono Giuseppe Giocosa e Edmondo De Amicis & Felice Cavalotti e Giacinto Gallina& mentre il Carducci e il D'Annunzio ebbero la compagnia di Giuseppe Caprin a guida per la città. Di quanti dilettevoli convegni d'arte e di pensiero sono state testimoni quelle raccolte in quale cenacolo& ". Lo storico triestino deve la fama anche alla sua cospicua collezione d'arte, costituita da dipinti, arazzi e varie tipologie di oggetti. Alla morte di Giuseppe Caprin quasi tutto l'arredamento del palazzo viene trasferito in una sala del Castello di San Giusto, mentre la tipografia chiude nel 1931. L'edificio, messo all'asta dagli eredi nel 1935, diventa Casa del Fascio fino al 1943, in seguito passa a sede dei partigiani e del Circolo comunista "Rinaldi". Subito dopo la guerra ospita un distaccamento della Polizia Civile e fino la 1965 un Commissariato di Pubblica Sicurezza. L'immobile viene interessato da un restauro per quanto riguarda le parti architettoniche e decorative nel 1968. Dal 1984 al 1987 ospita la sede succursale della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e traduttori dell'Università degli Studi di Trieste. Nel palazzo si conservano ancora gli stucchi originali nelle lunette sovrastanti le porte, i pavimenti e gli affreschi sui soffitti del pianoterra. Attualmente ospita la sede dell'"Associazione Goffredo de Banfield".

L'immobile, a pianta rettangolare, è costituito da due piani fuori terra. Affaccio su Via Giuseppe Caprin. La struttura è costituita da una facciata principale caratterizzata da uno zoccolo in pietra e da una superficie superiore con rivestimento a corsi orizzontali di pietra. Il prospetto è arricchito da quattro lesene di ordine gigante a bugnato rustico che terminano con un capitello costituito da due mensole a sostegno della trabeazione caratterizzata da elementi in pietra a punta di diamante e cornice a dentelli di coronamento. Il pianoterra presenta due fori rettangolari collocati simmetricamente rispetto al portale centrale; il portone intarsiato in legno è incorniciato da una struttura in pietra che si conclude al piano superiore con un arco a sesto acuto realizzata con conci di pietra a punta di diamante e arricchita da una mensola in chiave di volta. Ai lati dell'ingresso sono collocate due lampade in ferro battuto decorate da motivi floreali e geometrici. Le finestre sono inquadrate da una struttura in pietra a conci caratterizzata da mensola centrale a decorazione della cimasa. La facciata laterale presenta una serie di fori finestra rettangolari inquadrati da una struttura a conci di pietra.

MENSOLE (esterno): Mensole a voluta in pietra in chiave di volta dell'arco del portale d'ingresso e al centro della cimasa in pietra che incornicia le finestre. TRABEAZIONE (esterno): Trabeazione costituita da elementi in pietra a forma di punta di diamante e cornice a coronamento della facciata principale. LESENE (esterno): Lesene di rodine gigante a bugnato rustico con capitello costituito da una coppia di mensole in corrispondenza della facciata principale. LAMPIONI (esterno): Coppia di lampioni in ferro battuto decorati da motivi floreali e geometrici a lati del portale d'ingresso.

Compilato in data: 2005

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