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Fabbricato Largo Papa Giovanni XXIII 1, Villa Sartorio, Museo Civico Sartorio

Pertsch, Nicolò - architetto ; Scalmanini, Francesco - architetto ; Valle, Valentino - architetto

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Localizzazione
Trieste
Largo Papa Giovanni XXIII, 1; Largo Papa Giovanni XXIII, 2
Via Duca D'Aosta, 3
Comune Censuario: San Vito; numero anagrafico: 44, 43
Uso attuale
Culturale - museo
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale
Provvedimenti di tutela
L. n. 1089/1939 di data Declaratoria 05/01/1988
Vincolo diretto BB AA PP
Vincoli
Relazione Soprintendente Benedetto Civiletti: Visualizza il PDF
decreto: Visualizza il PDF

1791

L'immobile sorge sull'area occupata in origine dai terreni di proprietà "dei Santi Martiri". Tra Sette e Ottocento la zona è interessata dagli investimenti fondiari dei ricchi commercianti anche stranieri stabilitisi a Trieste, tra cui emergono i nomi di George Hepburn, committente della vicina Villa Economo e del barone Francesco Saverio de Königsbrunn primo proprietario della tenuta di Villa Necker. L'area che discende dal colle di San Vito è protagonista di uno sviluppo edilizio suburbano agli inizi dell'Ottocento, periodo in cui si assiste alla realizzazione di numerose villette e giardini immersi nella tranquillità del pendio. L'antica struttura della villa risale al 1791, ma l'aspetto odierno è il risultato di interventi di primo Ottocento. Il 13 luglio 1838, infatti, Nicolò Pertsch firma il progetto di ampliamento e ammodernamento della villa, innovativa soprattutto per l'utilizzo di una struttura con avancorpo porticato (ACT_132). Tra gli artisti attivi nel cantiere si segnala la figura di Francesco Gossleth impiegato nella realizzazione dei pavimenti in legno. Nell'autunno dello stesso anno Giuseppeina Sartorio decide di affidare sempre all'architetto Nicolò Pertsch l'ampliamento del lato est della villa, come indicato nel progetto datato 26 gennaio 1839; gli ambienti aggiunti corrispondono, sul lato verso Via Duca d'Aosta, alla biblioteca, e sul lato verso il giardino, alla sala neogotica e a quella sottostante coperta a volta. Nello stesso anno parte del fondo della proprietà viene destinato all'allargamento di Via Santi Martiri e l'architetto Francesco Scalmanini realizza l'edifico per il custode, oggi book-shop e biglietteria. Il nucleo originario dell'immobile della fine del settecento la proprietà risulta a nome del signor Haim Camondo; nel 1822 la tenuta passa nelle mani della signora Tecla, vedova contessa del ricco commerciante Cassis Faraone, che la lascia in eredità al figlio Michele. Nel 1832 i libri catastali registrano il passaggio al negoziante Carlo d' Ottavia Fontana, poi ai fratelli Carlo Antonio e ai minori Giuseppina e Giovanni Fontana. Giuseppina Fontana Sartorio rileva in seguito dai fratelli i loro due terzi, per lasciare al figlio Giuseppe l'intera proprietà agli inizi del Novecento. Nel 1923 la villa risulta nelle mani della nipote di Giuseppe Sartorio, Anna Sartorio Segrè. Il 5 maggio del 1949 la proprietà passa al Comune di Trieste, con il vincolo testamentario di inalienabilità dell'immobile, destinato ad ospitare il Civico Museo Sartorio. La Segrè Sartorio lascia la sua collezione al nascente Museo cittadino, affiancando gli oggetti d'arte donati nel 1910 dallo zio Giuseppe, compreso il cospicuo nucleo grafico tiepolesco. Da tale fondo si crea il Civico Museo Sartorio, inaugurato nel 1954, quando l'intero edificio viene messo a disposizione delle collezioni, con l'uscita degli ultimi ufficiali del Governo Militare Alleato stabiliti nel piano terra e nel secondo piano. Il 18 marzo del 1954, infatti, tutti gli ambienti della villa diventano accessibili al pubblico. Tra gli anni Sessanta e Settanta, sotto la direzione di Laura Ruaro Loseri, l'immobile è interessato da diversi interventi di restauro sia statico che estetico. Gli anni Ottanta vedono l'incentivarsi di importanti mostre tra cui l'esposizione dei disegni di Giambattista Tiepolo. Nel 1998 viene aperta la galleria moderna costituita da 1200 dipinti. Tra i mecenati più illustri del museo si segnalano Socrate Stavropulos, Antonio Rsconi, Odinea Opuich e la Giorgio Costantinides. Alla famiglia Costantinides si deve il finanziamento per diversi interventi sia sull'edifico che sulle collezioni, tra cui il restauro della cappella, delle serre e della vecchia cucina. L'ultima generale ristrutturazione dell'edificio e del parco annesso si è conclusa nel 2006 dopo tre ani di lavori, portando alla luce affreschi sette-ottocenteschi e resti di domus romana sotto al pavimento dei sotterranei. Il museo espone al pianterreno una cospicua collezione di porcellane, la gipsoteca e glittoteca, la biblioteca e parte della quadreria, al primo piano gli arredi originali con le varie sale, tipo la Sala della Musica, la Saletta rosa e la Camera dla letto del Duca d'Aosta.Emanuele Filiberto, il secondo piano presenta il fondo dei disegni di Giambattista Tiepolo, mentre nella soffitta è collocato il gabinetto disegni e stampe. La rinnovata struttura è stata inaugurata il 2 dicembre 2006.

La struttura, inserita all'interno di un parco, presenta una planimetria con schema quadrato. Affaccio principale su Largo Papa Giovanni XXIII, secondario su Via Duca d'Aosta. L'immobile è composto da un corpo centrale dal quale aggettano due avancorpi su lati opposti e da un a struttura sulla parte posteriore occupata dalle scuderie. Il corpo principale è composto da tre livelli fuori terra;da un piano terra e da un mezzanino con abbaini terminanti a timpano. Le superfici murarie sono trattate ad intonaco di colore giallo e si presentano articolate da fori finestra rettangolari con semplice cimasa lineare in pietra. Una cornice marcapino in pietra bianca corre per tutto il perimetro tra primo e secondo livello fuori terra. Sui prospetti est ed ovest si trovano due portici ad arco, con rivestimento a bugnato liscio e balcone balaustrato, su cui si apre una porta finestra, in corrispondenza delle sale di rappresentanza. Gli archi del lato posteriore sono murati, mentre le tre fornici sul lato anteriore permettono il passaggio al portico da cui si accede al portale d'ingresso. L'impianto interno, caratterizzato da un grande salone centrale attorno al quale si aprono le luminose stanze degli appartamenti, mantiene la struttura originaria dell'edificio

PORTICO (esterno): Portico costituito da arcate a tutto sesto rivestite da bugnato liscio sul lato anteriore dell'edificio. BALCONE (esterno): Balcone con parapetto a balaustra in pietra bianca in corrispondenza dei portici della villa. VASI (esterno): Vasi di stile neoclassico a decorazione della balaustra sul lato anteriore dell'edificio. CORNICE (esterno): Cornice marcapiano in pietra tra primo e secondo livello fuori terra lungo il perimetro dell'edificio. TIMPANO (esterno): Timpano triangolare con oculo centrale a coronamento delle facciate dotate di portici.

Compilato in data: 2005

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