Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
XIX
L'immobile sorge nel sito in origine occupato dai terreni ad uso agricolo di proprietà della famiglia Brigido in Melara, confinanti con i possedimenti Sartorio sulla Strada per Fiume. Tra fine Settecento e inizi Ottocento l'area estesa a nord della città è interessata dallo sviluppo di residenze di campagna, utilizzate soprattutto in estate, per controllare anche la produzione agricola delle proprietà. I terreni fuori città favoriscono la realizzazione di strutture molto più ampie, come testimonia l'esempio della vicina Villa Brigido "Mon Bijou". L'edificio in esame s'inserisce all'interno di questo contesto. La villa, di cui rimane sconosciuto il nome del progettista, risale agli inizi dell'Ottocento quando risulta di proprietà del governatore Pompeo Brigido. La villa rimane a Paolo de Brigido, comandante della milizia civica, fino al 1846. Dal 1893 la tenuta viene utilizzata come residenza estiva da Alfonso di Porcia, governatore di Trieste e uomo di cultura a cui si deve la formazione della cospicua biblioteca allestita all'interno. A questi anni si fa risalire l'ampliamento dell'immobile, che coincide con l'aggiunta dell'avancorpo centrale; tale elemento riprende l'impianto neoclassico di stile palladiano, rappresentato dalla villa a due piani principali con portico a colonne sormontato da timpano. L'esempio triestino può essere rapportato all'esempio della Villa Foscari alla Malcontenta presso Mira e in parte alla Rotonda di Vicenza per l'uso in facciata del portico aggettante con tre colonne giganti sostenuto da un basamento con rivestimento a bugnato, dotato di un'apertura come accesso alle cantine. Il prospetto principale presenta un'unica ala ricurva sul lato destro ad un solo piano con loggiato che richiama la tipologia a "barchessa" di origine veneta, per uso agricolo. In origine la villa presentava anche una cappella privata. Dal 1921 al 1937 l'edificio è abitato da Demetrio e Euterpe Pyrillis, vedova di Giovanni Paleologo. Durante l'ultima guerra la villa è spogliata dai militari qui insediati. Attualmente l'edificio si trova in stato d abbandono.
L'immobile presenta affaccio principale su Via Carlo Forlanini, secondario su Via Cesare de Marchesetti. La struttura è costituita da un corpo centrale a pianta rettangolare e un fabbricato sulla destra adiacente di forma semicircolare. Il corpo di fabbrica principale è a tre livelli fuori terra; l'alto basamento a bugnato liscio sostiene la loggia centrale dal piano nobile con scale d'accesso laterali. Tale struttura è caratterizzata da quattro colonne di ordine gigante tra cui si aprono grandi vetrate su entrambi i piani. A coronamento della parte centrale del prospetto si colloca il timpano triangolare con oculo centrale. A lato del loggiato si aprono due fori finestra per livello di forma rettangolare con semplice cimasa lineare in pietra. Il corpo laterale è costituito da un unico piano dotato di portico colonnato su cui si aprono fori rettangolari sormontati da finestrelle del mezzanino di servizio.
COLONNE (esterno): Colonne di ordine gigante con capitello tuscanico in corrispondenza del loggiato centrale e del portico laterale. TIMPANO (esterno): Timpano triangolare con oculo centrale a coronamento del loggiato centrale del corpo di fabbrica principale.
Compilato in data: 2005