Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1581
Villa De Rin è costituita da un complesso di costruzioni padronali accostate ad altri edifici rustici disposti in modo irregolare su un'area pianeggiante ricavata sul pendio del monte che sovrasta le cave di San Giovanni. Il fondo era denominato sin dagli inizi dell'Ottocento "Marchesettia", perché in quell'area si estendevano i vigneti della proprietà Marchesetti. Vittorio De Rin, divenuto proprietario del fondo a seguito del matrimonio con Giuseppina Costanzi, si fece costruire una villa su una preesistente struttura con bastioni cinquecenteschi. La parte più antica dell'immobile potrebbe risalire al 1581 come testimonia la lapide che un tempo era inserita nella muratura, e trafugata attorno al 1975, che portava la scritta: CRISTOFOR. CHALADINO FECIT. AN. D. M.D.LXXXI, possibile riferimento al costruttore o al primo proprietario dell'edificio. Il progetto di Villa De Rin, conservato presso l'Archivio Comunale, è firmato dall'architetto L. Colnhuber e reca la data 18 gennaio 1836. Tuttavia, secondo un documento conservato all'Archivio di Stato di Trieste risulta che Vittorio De Rin nel 1854 si affidò all'architetto Domenico Righetti per la ricostruzione e l'abbellimento di un preesistente rustico di campagna. Nel 1943 l'edificio fu occupato dai tedeschi che riverniciarono gli affreschi e bucarono i muri per infilarvi le mitragliatrici, mentre nel 1945 fu requisito dalle truppe jugoslave. In seguito nella villa, ormai abbandonata, vi trovarono ricovero momentaneo gli istriani sfollati. Nel 1946 un incendio distrusse l'ala destra dell'immobile, di cui rimangono solo i muri perimetrali. Nel 1960, per lascito di Caterina De Rin, la proprietà passò all'Ente di Culto San Giusto. Allo stato attuale Villa De Rin, lasciata all'incuria del tempo nonché depredata da ladri e piromani, è ridotta ad un rudere.
Il complesso in origine era costituito dalla villa, dalle scuderie e da quattro edifici rurali limitati da alte e massicce mura di cinta. La villa, realizzata in stile gotico tardo, poggia su bastioni del Cinquecento in origine merlati. La facciata principale, ripartita in tre zone da lesene, è ornata da finestre gotiche e ad occhio, rosoni in pietra arenaria, quadrifore ad imitazione del gotico fiorito veneziano e pinnacoli squadrati sopra al cornicione. La parte centrale della facciata presenta al piano terra un portale archiacuto, e al primo piano un poggiolo. Al centro del secondo piano c'è una finestra ogivale sormontata da una ghimberga che si eleva sopra al cornicione. Il tetto è crollato in buona parte della costruzione. Nella parte posteriore della costruzione si eleva una torretta belvedere. Il complesso è completato da muraglioni di contenimento a forma di bastioni medievali. All'interno sono distribuite quattordici stanze. Al pianterreno vi è un salone con caratteristico focolare, mentre nella sala con le quadriforme al primo piano si trova un caminetto. I pavimenti di alcune stanze sono realizzati con mattonelle di ceramica dipinte a mano, altri in rustico o mosaico. Sulle pareti rimangono tracce di decorazioni ad affresco e di fregi ornamentali in stucco. Le finestre avevano vetri policromi e piombati.
ELEMENTI ORNAMENTALI (esterno) Le aperture sono caratterizzate da rosoni in pietra arenaria, quadrifore ad imitazione del "gotico fiorito" veneziano, archi trilobati e lunette cieche a coronamento delle aperture archiacute. PINNACOLI (esterno) Sul cornicione del tetto si impostano pinnacoli squadrati. CORNICI (esterno) Le facciate sono decorate con cornici ad archetti pensili.
Compilato in data: 2005