Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1937
Sviluppato secondo un'idea scenografica d'impatto, il gioiello del Bruni, completato non senza qualche polemica nel lontano 1875, fu ben presto insufficiente a sostentare la gestione burocratica di una città come Trieste in continua espansione demografica ed urbanistica. L'antica Piazza Grande veniva così a cambiare la sua fisionomia di pari passo con il mutare dei tempi: demolita la chiesetta di S. Pietro, cancellata la Locanda Grande e la Loggia, non rimaneva altro se non ridisegnare il nuovo aspetto di una piazza che nelle intenzioni avrebbe dovuto presentarsi come il salotto buono della città. Accolto con poca benevolenza dai cittadini triestini, che lo avrebbero voluto più aderente alle antiche forme medievali, il Palazzo Municipale si salvò dalla demolizione solo a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Dichiarato monumento di interesse storico sopravvisse così nella sua eclettica foggia, ma fu ben presto chiaro che un suo ampliamento fosse pressoché inevitabile. Nel 1934, si dava il via ai lavori di sventramento di tutta la zona retrostante il Palazzo Municipale prospiciente via di Riborgo, lavori che di lì a poco riveleranno il tesoro del Teatro Romano e che cancelleranno per sempre il ricordo della città primitiva. In poco tempo la zona posteriore l'antica Piazza Piccola cambierà completamente fisionomia. Nel 1937 il Comune conferiva all'arch. Vittorio Privileggi l'incarico di progettare l'ampliamento dell'edificio municipale originario sviluppandolo in grandezza con due nuovi ali dietro la disadorna facciata: nell'ala sinistra, grazie alla demolizione del palazzo ex Polacco, avrebbe trovato posto l'ufficio di igiene, nell'ala destra, l'anagrafe, lo stato civile, la ragioneria civica. Di fatto venne approvato unicamente la costruzione dell'ala destra prospiciente via Malcanton. Nel 1936 le impellenti necessità amministrative imposero al Comune l'obbligo di ingrandirlo anche nella parte retrostante, di fronte a Palazzo Costanzi. I lavori di costruzione del nuovo fabbricato, le cui forme architettoniche si rifacevano al vicino Palazzo del Genio Civile, iniziarono nel 1938 e furono portati a termine dalla ditta milanese " S. A. ing. Giovanni Radio e C." in tempi molto brevi anche se il progetto iniziale, comprendente una galleria che da via Malcanton avrebbe dovuto collegare via Punta del Forno, non venne mai presa in considerazione.
Edificio che occupa un intero isolato e che si sviluppa alle spalle di piazza dell'Unità d'Italia. L'affaccio principale si trova su largo Granatieri, quello secondario sulla via Malcanton. L'ingresso principale avviene attraverso un portico semicircolare, posizionato sull'angolo formato dalla Via Malcanton e dal Largo Granatieri, sorretto da colonne rivestite in pietra. Due ingressi secondari, rispettivamente su via Malcanton e su Largo Granatieri, conducono ad una galleria interna, attualmente modificata rispetto al progetto originale. L'altezza è di cinque livelli continui fuori terra, un livello seminterrato e un livello attico di dimensioni più contenute con terrazze aperte. La struttura portante verticale è in pilastri di cemento con tramezzi in laterizio, mentre quella orizzontale è in laterocemento. La copertura piana è calpestabile, con strato di rivestimento in guaina bituminosa. I pluviali sono interni alla muratura e le grondaie sono alloggiate all'interno del cordolo di copertura. Le facciate sono caratterizzate da un rivestimento in pietra calcarea bianca che ricopre tutta la superficie del piano terra; paraste leggermente aggettanti scandiscono le facciate laterali, rivestite da intonaco liscio di colore ocra.
ELEMENTI DECORATIVI (esterno): elementi in pietra artificiale posizionati lateralmente all'ingresso del portico principale e raffiguranti due colonne con sviluppo a fascio trattenute da elementi circolari.
Fascia basamentale in pietra bianca composta da blocchi rettangolari con tessitura regolare che si sviluppa in altezza fino al primo livello dell'edificio segnato da una cornice a sezione rettangolare in pietra, aggettante rispetto al filo facciata. La rimanente superficie è rivestita con intonaco liscio di colore ocra. I prospetti sono scanditi verticalmente dalla presenza di paraste leggermente aggettanti e da forature rettangolari. All'altezza del terzo livello, una cornice marcapiano in intonaco corre lungo tutto il perimetro dell'edificio. L'ingresso principale avviene attraverso un portico semicircolare, collocato all'incrocio tra la Via Malcanton e Largo Granatieri, sorretto da quattro colonne a sezione quadrata, rivestite in lastre di pietra bianca e disposte secondo una tessitura regolare. Il portone principale è in legno con apertura centrale a due ante, la soglia in pietra è preceduta da una rampa composta da cinque gradini. L'atrio interno è rivestito con lastre lapidee. Gli infissi, a tre battenti, sono in legno verniciato di colore marrone. Gli interni presentano pavimenti in pietra nei vani principali e in piastrelle ceramiche in quelli secondari, le pareti sono in intonaco bianco. Il vano scale principale si sviluppa intorno ad un vuoto centrale; è composto da rampe con balaustra in pietra e corrimano ligneo.
Compilato in data: 2006