Fabbricato di Strada Costiera 35, Villa Stavropulos e parco

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Localizzazione
Grignano; Trieste
Strada Costiera, 35 (villa); Strada Costiera, 24 (parco e belvedere)
Comune Censuario: Prosecco; numero anagrafico: 288 (villa), 397 (parco e belvedere)
Uso attuale
non utilizzato
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale

1907

Le prime informazioni riguardanti la proprietà in esame risalgono al 1858, data che registra la richiesta di trascrizione del fondo a nome di Giuseppe Budin, cui segue a due anni di distanza la famiglia Bucaretz. Solo nel 1907, con decreto N. 12773 del 9 agosto, il Magistrato civico approvava la costruzione di un nuovo edificio da erigersi sul fondo N. Tav. 1470 di proprietà di Valerie Beitl; il progetto, firmato da un architetto austriaco, descrive cantina, pianoterra, primo e secondo piano. Nel 1914 la proprietà viene acquistata da Giovanni Martelanz, titolare di un'impresa di costruzioni di Barcola, che presenta al Comune il progetto per una modifica dell'intera struttura, al fine di un sostanziale ampliamento con parziale sopraelevazione del tetto. Nel 1930 entra in scena il greco Socrate Stavropulos (1882-1960); dopo solo un anno di servizio nel 1903 come segretario della "Dynamite Nobel" vicino Torino, il giovane dirigente del Gruppo Industriale Modiano, con sede a Budapest, entra in possesso della proprietà di Grignano. Sequestrata nel 1941 dall'Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare, la villa rientra in possesso di Stavropulos solo alla fine del secondo conflitto mondiale. E' a questo periodo che si fa risalire anche la commissione di un "Padiglione di scultura per la collezione" di statue provenienti dal giardino della Villa Mon Bijou. Attivo mecenate, collezionista e amante d'arte, Stavropulos prima della morte, avvenuta nel 1860, decide di legare alla città di Trieste non solo la villa e l'intero parco ma anche la ricca collezione. Illuminante a riguardo è certamente il passo estratto dal testamento che qui si riporta: "Spinto dal mio affetto verso la città natale, lascio alla Città di Trieste e per essa al Comune di Trieste la mia villa esistente a Grignano n 288 ... includendovi anche la biblioteca e l'archivio, come pure il mobilio, gli arredi, i suppellettili, i tappeti, gli attrezzi e gli oggetti d'arte. Il mio lascito al Comune di Trieste ma perciò quale intendo, specifico quale condizione essenziale la prima destinazione precisa a scopi di istruzione nel campo delle arti figurative, onde sia data la possibilità di trovar nella villa un luogo di raccoglimento, di meditazione e di studio". Il Comune di Trieste assume ufficialmente la proprietà nel 1965, con vincolo di inalienabilità. Attualmente la collezione, dopo essere stata per un lungo periodo nei depositi dei musei civici, è visibile con un nuovo allestimento presso il Museo di Storia Patria di Trieste: la raccolta è formata da opere di diversi artisti italiani ed europei, con particolare rigurado alla scultura italiana del Novecento dove protagonisti sono Libero Andreotti e Marcello Mascherini. La sezione pittorica e grafica spazia da dipinti su tavola dei secoli XV e XVI, tra cui due portelle d altare e due quadri biblici attribuiti a Paul Brill, a pezzi di ritrattisti italiani ed europei dell Ottocento, quali Giuseppe Tominz, Franz Eybl, Hans Canon, Anton Romako e Francesco Paolo Michetti. Un posto di riguardo è riservato ai triestini Umberto Veruda, con una quarantina di disegni e olii, e Adolfo Levier. A circondare la villa rimane l'ampio parco, "d'ispirazione romantica" (A. Frizzi, 1958), disposto su più livelli ed arricchito da elementi architettonici decorativi, tra cui spicca in particolare il colonnato di stile dorico, chiaro riferimento alla passione del committente per il mondo classico.

Il fabbricato si configura come una villa a pianta rettangolare su tre livelli fuori terra, isolata su un lotto di pertinenza molto ampio, costituito dal parco privato, che si estende dalla Strada Costiera sino quasi alla linea ferroviaria posizionata a monte. Un ingresso pedonale con scalinata di salita in direzione della villa è posizionato sulla Strada Costiera; l'altro pedonale e carrabile è collocato sulla strada poderale posta subito a valle del tracciato ferroviario. Le relazioni con il contesto sono legate per lo più agli aspetti paesaggistici che a quelli relativi al costruito. In particolare la posizione alta sul mare e immersa nel verde conferisce alla costruzione un carattere di dominio visivo sul territorio costiero con il prospetto principale, che volge a sud-ovest. Lo stile eclettico della costruzione non nasconde alcuni particolari che richiamano l'architettura ellenica, come le decorazioni ad arco sopra i fori architettonici del piano terra, le tre finestre affiancate archivoltate del piano attico o l'importante sporto di copertura con tavolato e travi a vista. Dal punto di vista costruttivo il fabbricato è realizzato su murature portanti in pietra, solai e copertura a struttura lignea e scale in pietra in appoggio su putrelle metalliche e voltine ribassate di interpiano in laterizio.

STEMMI (esterni) Lungo il perimetro della villa, sulla facciata principale ai lati dell'ingresso e lungo il muro di cinta sul lato postico, sono posizionati gli stemmi in pietra artificiale o pietra naturale, che costituiscono il simbolo della famiglia Stavropoulos

Il fabbricato è esternamente intonacato in color ocra; presenta un abbassamento ad intonaco rustico e un rafforzamento degli spigoli del fabbricato in conci a finto bugnato, che salgono sino al marcapiano posto all'altezza del solaio del secondo piano. Una breve scala in pietra con parapetto metallico a decorazione geometrica, in corrispondenza dell'affaccio principale porta al piano terra rialzato fino all'ingresso protetto dallo sporto di un balcone con mensole di sostegno in pietra. Al piano terra i serramenti lignei di finestra a doppia anta con sopraluce semicircolare, sono protetti da inferriate metalliche verniciate bianche e sono messi in evidenza da archi decorativi con concio di chiave e concio di imposta in intonaco simil-bugnato. Al primo piano le finestrature rettangolari a doppia anta con sopraluce presentano ampie cornici in intonaco liscio colore grigio. La facciata principale è costituita essenzialmente da un volume più alto sul lato sinistro, messo in evidenza da tre finestrature archi voltate affiancate; la composizione è bilanciata sul lato destro da una terrazza con parapetto pieno e il poggiolo sopra l'ingresso con parapetto metallico verniciato a decorazione geometrica uguale a quella della scala esterna del piano terra. Lo sporto di copertura lascia a vista le travi sagomate a sostegno del tavolato ligneo. Il manto in fasce di lamiera riversa le acque meteoriche in gronde e pluviali in rame. Internamente i pavimenti sono realizzati in legno di rovere a spina di pesce; le pareti sono semplicemente intonacate in colore beige, i soffitti in colore bianco. Sul vano scala i pavimenti sono decorati da piastrelle posate a formare disegni geometrici sul contrasto di elementi bianchi e neri. La scala in pietra bianca bocciardata presenta un parapetto metallico verniciato colore beige a decorazioni geometriche, con corrimano in legno verniciato naturale. Permangono all'interno ancora molti elementi di arredo originali.

Compilato in data: 2009

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