Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1936
Così esordiva, nel gennaio 1935, la Rivista Mensile della città di Trieste: "Vecchissima aspirazione quella dei Mercati coperti, a Trieste, non tanto per ragioni di igiene e salubrità pubblica quanto per ragioni climatiche. Ogni anno l'opinione pubblica si avvedeva che i Mercati all'aperto nella stagione invernale erano un guaio, che ogni precipitazione di pioggia era dannosa, che il vento, sollevando la polvere della strada, incipriava frutta e verdure di sostanze non sempre innocue, senza contare il disagio dei venditori e quello del pubblico affluente ai mercati stessi". La realizzazione di un Mercato rionale coperto risolveva così un annoso e delicato problema di salute ed igiene pubblica. La vasta area prospiciente l'antica via del Torrente, che dal 4 novembre 1918 prese il nome di via Carducci, venutasi a creare in seguito alle demolizioni dei vecchi fabbricati lì esistenti, fu destinata, quindi, alla creazione del nuovo fabbricato. L'edificio, progettato nel 1935 dall'arch. Camillo Iona, allora tecnico dell'Ufficio Lavori Pubblici del Comune, si indirizzò subito verso un'ampia struttura, moderna e funzionale, capace di ospitare più di 300 banchi di vendita. Descritto come interessante esempio di "architettura funzionalista", il Mercato coperto si inseriva all'interno di una politica urbanistica di regime, volta alla realizzazione di importanti opere cittadine. Nonostante l'iniziale perplessità derivata, non solo dallo svuotamento che si sarebbe venuto a creare nelle piazze destinate solitamente ai mercati, ma anche dalla prevista riduzione di clienti dovuta all'ubicazione meno centrale della struttura, il podestà Salem ne decretò l'immediata costruzione. Due i livelli: uno, al pianterreno rialzato, destinato ad accogliere i venditori di frutta e verdura che fino ad allora erano stati ubicati in piazza Goldoni e Garibaldi ed una galleria superiore, raggiungibile attraverso una rampa elicoidale e due rampe di scale, per la vendita di fiori e merci stagionali. La struttura che ne derivò, semplice ed essenziale, in stile Novecento, trovò, nella singolare forma tondeggiante, nella caratteristica torre dell'orologio, negli ampi spazi interni e nelle grandiose vetrate a nastro, la propria funzionalità ed utilità. L'essenzialità delle linee e l'utilizzo di materiali sperimentali (calcestruzzo, vetro-cemento e nuovi materiali compositi) resero subito innovativo ed esplicito il progetto. L'ottimo sistema di illuminazione naturale, la ventilazione, l'isolamento termico, il particolare rivestimento delle pareti (lavabili e di colore azzurro per evitare il problema delle mosche), resero la costruzione il risultato di altrettante esperienze internazionali in questo settore. Così la sua descrizione: "l'edificio ospita un mercato coperto ed occupa un vasto lotto triangolare, ad isola, di un'area del centro storico, parzialmente demolita agli inizi degli anni Trenta. La fabbrica si eleva di 3 piani fuori terra; l'angolo risolto con una scala ellittica che sale a spirale, leggibile dalle finestre a nastro intelaiate in ferro, è più alto e termina con la torre dell'orologio. Ampie superfici vetrate definiscono gli alti prospetti. La struttura portante è costituita pilastratura in cemento armato e laterizio; la copertura è piana. I prospetti sono finiti con intonaco liscio". I lavori, iniziati il 14 ottobre, si conclusero dodici mesi dopo con un piccolo ritardo sui tempi iniziali, stimati attorno ai dieci mesi. Il collaudo delle opere in cemento armato fu effettuato meno di anno più tardi: il 7 ottobre 1936. Inaugurato il 28 ottobre 1936 alla presenza del Duca Amedeo d'Aosta, del Prefetto, del Podestà e delle massime autorità cittadine, l'edificio, costato al Comune circa due milioni di lire, fu ufficialmente aperto al pubblico il 16 novembre dello stesso anno.
Il fabbricato, posizionato in prossimità del centro storico cittadino, sulla piega del percorso viabilistico che porta da Largo Barriera Vecchia alla Via Carducci, disegna il perimetro di un isolato urbano e risolve formalmente l'angolo acuto tra le Vie Maiolica e Carducci. Il volume stereometrico si compone di un grosso corpo di fabbrica a pianta trapezoidale e tetto piano, molto largo, organizzato su una ampia sala centrale con ballatoio perimetrale destinati alle attività di mercato e di una torre cilindrica ospitante la rampa di risalita. Un piano seminterrato ospita gli impianti tecnici. La composizione dei volumi e delle facciate si rifà alla tradizione razionalista della prima metà del secolo XX. Le strutture portanti sono realizzate secondo uno schema a telaio in calcestruzzo armato con solai in laterocemento. Le scale di salita pedonale al piano superiore e la rampa elicoidale sono del tipo appoggiato in calcestruzzo armato.
OROLOGIO In sommià della torre, in posizione visibile dal Largo Barriera Vecchia è posizionato un orologio analogico di forma quadrangolare con sfondo bianco.
Le facciate risultano omogenee nel trattamento sui lati di Via Carducci e Via Maiolica. Una fascia di rivestimento in lastre di pietra bianca bocciardata protegge la parte basamentale degli intonaci di facciata dall'azione degli agenti atmosferici. Le restanti porzioni di facciata risultano intonacate. Ampie superfici vetrate a nastro illuminano abbondantemente gli interni. I telai metallici garantiscono profili di dimensioni minime e le vetrate satinate, apribili a vasistas a mezzo di un sistema meccanizzato, impediscono l'ingresso della luce diretta del sole. Serramenti vetrati di dimensioni minori a forma di oblò circolari sono posizionati sopra gli ingressi. In corrispondenza dell'androna di servizio destinata alle attività di carico e scarico, ampie pareti in vetrocemento illuminano gli interni, mentre robusti serramenti vetrati in metallo verniciato costituiscono gli accessi di servizio. I profili salienti dei prospetti sono messi in evidenza da fasce in laterizio facciavista. La torre elicoidale culmina con una torretta con orologio a lancette su sfondo bianco e una balaustra metallica verniciata bianca. Gli ingressi principali sulla Via Carducci e quello secondario sulla Via Maiolica sono protetti da piccole pensiline in vetrocemento bordate da fasce in laterizio facciavista. Al piano terra rialzato si accede a mezzo di brevi rampe di scale in pietra bianca bocciardata e robusti serramenti vetrati metallici verniciati in colore grigio. Internamente le pareti si presentano intonacate in color bianco con abbassamento in piastrelle di ceramica color azzurro. I pavimenti sono misti in calcestruzzo grezzo in corrispondenza della rampa elicoidale, piastrellati in piastrelle 5x5 cm in conglomerato cementizio in corrispondenza dei banchi dei fruttivendoli, in marmette di graniglia e cemento o cemento al quarzo al piano soppalco. I parapetti di protezione sono realizzati in tubolari metallici e rete metallica a maglia quadrata verniciati in colore grigio. Le scale rivestite in pietra di Aurisina con striscia adesiva in gomma antiscivolo sono affiancate da scale mobili automatiche. Una piccola colonna marmorea è posizionata al piano terra nel centro geometrico della spirale della rampa carrabile a sostegno di una sfera di illuminazione. Proiettori allo iodio integrano la luce naturale nell'illuminazione della grande sala. Lucernari vetrati metallici a spioventi illuminano gli spazi del soppalco. Un rialzo centrale permette l'apertura di grandi finestrature in vetro satinato che illuminano il cavedio centrale. La copertura pedonabile è rivestita in piastrelle in conglomerato di ghiaino e cemento in corrispondenza della grande sala, in guaina ardesiata in corrispondenza della torre elicoidale. Le pendenze tecniche convogliano le acque meteoriche in pluviali interni alla muratura perimetrale. Una piccola scala metallica permette di salire sino alla sommità dell'edificio sopra l'orologio visibile in facciata.
Compilato in data: 2007