Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1857
Il Giardino Pubblico, intitolato alla memoria dell'insigne studioso triestino Muzio de Tommasini e sorto per suo volere, risale al 1857, nonostante che la particella catastale fosse stata acquisita dal Comune ben dieci anni prima. Muzio de Tommasini (1794-1879), preside del Magistrato dal 1839 al 1850 e podestà dal 1850 al 1861, appassionato di storia naturale e di botanica appoggiò la costruzione di importanti opere pubbliche tra le quali il nuovo macello di S. Sabba e l'Orto botanico di S. Luigi. Fondò inoltre molteplici istituzioni, dirette personalmente fino alla morte, come ad esempio: la Società Agraria e la Società Adriatica di Scienze Naturali. Nel 1852, necessitando la città di Trieste, di un parco cittadino dove poter trascorrere in quiete e tranquillità le calde ed assolate giornate estive, diffuse un avviso comunale per scegliere uno spazio idoneo ad ospitare il verde pubblico. La scelta cadde sul fondo attuale detto "delle monache" perché appartenente alle monache benedettine dalle quali il Comune lo aveva comprato nel 1847 con la promessa di erigervi una chiesa. Due anni più tardi, l'area compresa tra la Corsia del Molin Grande (l'attuale Via Marconi) il torrente comunemente noto come "Patok" o dello Scoglio, ricoperto nel 1863 per motivi igienici, fu destinata ad accogliere i primi alberi. Inaugurato il 1 maggio 1855 con il nome di Giardino Popolare, fu intitolato al botanico solo dopo la sua morte. L'intera zona, dell'ampiezza complessiva di più di 28.000 mq era accessibile da quattro diversi ingressi, il portale principale ed il recinto, opera dell'arch. Giovanni Berlam, furono parzialmente fusi e donati alla patria durante la seconda guerra mondiale, venendo poi sostituiti da elementi più recenti. Il primo progetto di un padiglione da destinarsi ad uso di caffetteria risale al 1857 su autorizzazione della Civica Ispezione Edile. Nel 1896 allorquando si stabilì di dotare il giardino di un efficiente impianto di illuminazione fu fatta la proposta di ampliare anche il fabbricato. Nel 1923 il padiglione fu sottoposto ad alcuni lavori di restauro, quattro anni più tardi fu nuovamente esteso. Durante gli anni Trenta fu adibito a sala espositiva per le di Belle Arti.
L'edificio che ospita l'Associazione culturale comunale A.R.A.C. sorge all'interno del Giardino Pubblico 'Muzio de Tommasini' ed è collocato ai margini superiori della proprietà, in corrispondenza della curva di via Volta. Il manufatto è composto da una serie di volumi di diversa altezza, ad uno e a due piani, che concorrono a formare una pianta poligonale, costruita a partire da un elemento centrale sfaccettato e non perfettamente simmetrico. Le due ali che si sviluppano linearmente consentono il collegamento tra il corpo mediano e quelli laterali. L'entrata principale avviene sul lato lungo, interno al giardino, mentre sul fronte postico si aprono degli ingressi secondari di servizio e vi è una scala esterna d'accesso al tetto. La copertura dei corpi laterali è piana, mentre quella centrale è a falde con manto di rivestimento in coppi. Le facciate sono caratterizzate dai medesimi elementi compositivi anche se presentano una scansione e tipologie delle forature diverse. Il manufatto è posto ad una quota leggermente superiore a quella del piazzale che si sviluppa nell'area antistante.
DECORAZIONE LAPIDEA (esterno): elemento lapideo raffigurante un'alabarda, con incisioni, ed accostato a ghirlande e ad altri motivi vegetali; è collocato all'interno delle lunette realizzate sopra gli ingressi dei due corpi laterali.
L'edificio, costituito da volumi di altezza diversa, presenta tutti i fronti rifiniti ad intonaco liscio, tinteggiato di una tonalità di colore rosso mattone, con uno zoccolo in pietra grigia. Tale materiale di rivestimento viene utilizzato anche per sottolineare alcuni profili e vari elementi decorativi a motivo geometrico lineare. La composizione de prospetti, inoltre, viene scandita orizzontalmente da fasce marcapiano lapidee in rilievo e da cornici poste sopra le forature del pianoterra. A questo livello si alternano aperture rettangolari e ad arco, intervallate da paraste lapidee con capitello dorico, mentre nella parte superiore sono stati ricavati dei riquadri rientranti rispetto il filo facciata. I serramenti presentano dimensioni e composizione diverse e si diversificano nei vari fronti e ad ogni livello dell'edificio. Sono presenti degli elementi decorativi con alabarde e motivi vegetali realizzati in pietra. Il sistema di copertura è completato da grondaie e pluviali in lamiera per lo smaltimento delle acque meteoriche. All'interno le sale si sviluppano accostate una di seguito all'altra, con pareti parallele o disposte a poligono, in ragione dell'impostazione planimetrica. Le superfici verticali sono rifinite ad intonaco, tinteggiate di colore bianco o azzurro chiaro, in un caso anche con la parte inferiore differenziata di colore beige o rivestita in legno. I pavimenti sono alla veneziana, con diverso colore e granulometria, decorati da una cornice esterna perimetrale di colore più scuro. I soffitti sono anch'essi ad intonaco bianco, mentre in alcune sale è stato inserito un controsoffitto a quadroni. I serramenti interni sono a più ante, parzialmente vetrate e con sopraluce, di colore bianco.
Compilato in data: 2007