Fabbricato di Via de Marchesetti 2

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Localizzazione
Chiadino; Trieste
Via Carlo de Marchesetti, 2
Comune Censuario: Chiadino; numero anagrafico: 861
Uso attuale
Culturale - orto botanico
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale

1863

L'Orto Botanico, intitolato alla memoria del naturalista Carlo de Marchesetti e prospiciente l'omonima via al numero civico 2, venne aperto ufficialmente al pubblico nel 1877 nonostante fosse stato là trasferito già nel 1873. Dipendente dal Comune di Trieste sin dal 1903, quando ne fu deliberata l'unione con il Museo Civico di Storia Naturale, nacque con lo scopo di raccogliere e coltivare, in area protetta, le piante tipiche della regione. L'originario Orto Botanico, sorto per interessamento dello studioso e scienziato Bartolomeo Biasoletto nel lontano 1827 su un piccolo fondo comunale nei pressi della Caserma Grande, venne successivamente spostato in posto più adatto nel 1842 allorquando, dopo la morte dello studioso, il giardino andò in completo abbandono. L'allora direttore del Civico Museo di Storia Naturale, Carlo de Marchesetti, pensò quindi si salvarlo trapiantandolo sul colle di San Luigi, utilizzando quell'area per sperimentare la possibilità di attecchimento del pino nero austriaco in un programma più generale di rimboschimento del Carso. Nel 1872 il Consiglio municipale deliberava di adibire a zona di pubblico passeggio la zona stanziando per lo scopo la somma di 1200 fiorini. Nel 1878 Carlo de Marchesetti chiese inutilmente che il suo Orto fosse riconosciuto come un istituto scientifico di pubblica utilità, affidandone il mantenimento allo stesso Comune, che per difficoltà finanziarie non fu però in rado di accogliere la proposta. Per evitare lo smantellamento del Giardino la Società Adriatica ne assunse la gestione nel 1879. Nel 1906 l'Orto Botanico, passò di pertinenza al Comune assumendo il titolo di Civico Orto Botanico, ma nonostante tutto, le difficoltà economiche continuarono a minarne l'operato. A tutto ciò si aggiunse, infatti, il profondo cambiamento urbanistico della zona che cominciò ad essere contornata dai caseggiati popolari dell'ICAM, eretti proprio di fronte al parco. L'ombra dei fabbricati lì proiettata, si rivelò un disastro per le piante abituate a godere del beneficio del sole. Nel 1989 il Giardino fu costretto a chiudere i battenti, destinato a un rapido degrado. Dieci anni dopo, nella primavera del 2000, riaprì al pubblico. All'interno dell'Orto vi è ubicata una casetta il cui progetto iniziale risale già al 1863: un piccolo fabbricato ad un solo livello, molto semplice e di poche pretese destinato ad alloggiare il guardiano e gli attrezzi. Nel 1906 l'originaria costruzione venne affiancata da un piccolo edificio per la direzione, si colse allora l'occasione per sistemare le aiuole e costruire le serre. L'anno successivo fu presentato all'Ufficio Tecnico comunale il progetto di modifica del portale d'ingresso e per erigere una nuova ringhiera. Nel 1958 la casetta venne restaurata.

Il lotto risulta delimitato dalla curva di via Marchesetti e da un tratto rettilineo della stessa, dallo spazio urbano sottostante denominato Campo S. Luigi e da un percorso pedonale che conduce ad una scalinata. All'interno di questa ampia area verde si sviluppa l'Orto botanico comunale, in cui si alternano manufatti e numerosi elementi vegetali, accostati ad alberature ad alto fusto. L'ingresso principale è posto lungo via Marchesetti, mentre in corrispondenza della scala che parte da Campo S. Luigi vi è un'entrata secondaria, la quale interrompe il muro di cinta che individua il confine occidentale ed inferiore del parco. Il terreno, caratterizzato da un accentuato dislivello, è organizzato per terrazzamenti collegati da percorsi pavimentati e da piccole rampe di scale, che consentono la visita e la manutenzione dell'orto botanico. In particolare, i pastini presentano un andamento curvilineo e sono stati realizzati con muretti in pietra. Si possono individuare tre costruzioni principali, dislocate all'interno del giardino in posizioni marginali: in prossimità dell'ingresso da via Marchesetti sorge l'edificio principale, con funzione amministrativa ed espositiva, mentre un altro fabbricato con deposito ligneo e la struttura adibita a serra sono ubicati lungo il limite orientale del lotto, definito dall'asse viario succitato. I fabbricati hanno piante regolari rettangolari, interrotte talvolta dall'incastro di volumi accessori. Le strutture portanti sono in muratura, intonacate o a vista, con l'inserimento di elementi metallici o lignei e coperture a falde in coppi.

PITTURA (esterno): dipinto a colori, accostato alla meridiana inserita nel prospetto meridionale del corpo principale, raffigurante un sole e una pergamena con grafici per il calcolo del tempo e alcune scritte, tra queste:"CIVICO ORTO BOTANICO DI TRIESTE", "ANNO DOMINI 1842" e l'espressione dialettale "EL SOL MAGNA LE ORE". INCISIONE (esterno): su una delle lastre lapidee che costituiscono la pavimentazione posta in corrispondenza dell'ingresso all'area è stata incisa una rosa dei venti orientata secondo i punti cardinali. STATUA (esterno): busto in pietra su piedistallo squadrato di Bartolomeo Biasoletto, collocato, in onore del botanico dignanese, all'interno di un'aiuola nel livello più basso del giardino.

L'edificio principale a due piani presenta una finitura delle facciate ad intonaco di colore arancione chiaro, con prospetti compositivamente omogenei. Le aperture sono tamponate da serramenti ad anta di colore bianco, completati da oscuranti verniciati di verde, griglie metalliche bianche e da cornici lapidee. Alcuni fori sono caratterizzati da davanzali in pietra e tettucci intonacati della stessa tonalità dei fronti. L'ingresso è sottolineato da una bussola con copertura inclinata e serramenti metallici sagomati di colore verde; la struttura è collegata ad un pergolato ligneo, sempre tinteggiato di verde. Il tetto è a falde con manto di rivestimento in coppi e mensole lapidee in corrispondenza del livello sottogronda; un sistema di grondaie e pluviali in lamiera consente lo smaltimento delle acque meteoriche. La facciata parallela all'ingresso è decorata con una meridiana dipinta nel mezzo. La costruzione secondaria è realizzata in muratura a vista con mattoni rossi sovrapposti; la copertura è a falde con manto di rivestimento in coppi e grondaie in lamiera. I serramenti sono sempre di colore verde con oscuranti, mentre le portefinestre che consentono l'accesso sono dotate di un sopraluce vetrato. A fianco sorge un locale accessorio in legno, con struttura lignea costituita da assi sovrapposte e copertura inclinata; gli infissi sono lignei non tinteggiati. Le serre presentano dei fronti rifiniti ad intonaco di colore giallo scuro, mentre le ampie zone vetrate e le coperture inclinate sono state realizzate in metallo e vetro.

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