Fabbricato di Via Paolo Veronese 6

STAMPA pdf
Altra denominazione
Bagni Comunali
Localizzazione
Trieste
Via Paolo Veronese, 6; Via Paolo Veronese, 8
Comune Censuario: San Giacomo; numero anagrafico: 4013
Uso attuale
Servizi pubblici - altro
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale
Provvedimenti di tutela
DLgs n. 42/2004 di data 06/11/2008
Vincoli

1912

L'elegante edificio sito in Via Veronese, una delle nuove vie aperte nel triennio 1900-1902, intitolata al pittore Paolo Cagliari detto il Veronese, è sede dello stabilimento della Società dei Bagni Popolari aperto nel 1913, dopo quello di via Manzoni. Scioltasi la Società, il bagno passò in gestione al Comune Il dott. Antonio Iellrsitz in occasione della conferenza tenutasi alla Società Triestina d'Igiene nel 1896 così esordiva: "Posto precipuo ebbero sempre i bagni quale mezzo potentissimo a mantenere la salute, a prevenire e combattere i gravi morbi, a illeggiadrire il corpo e consolidare lo spirito. Ma mentre la scienza, in ogni modo e con ogni sforzo, tenta di preservare l'umanità dai molteplici pericoli che minacciano la sua esistenza ed il suo sviluppo, riesce doloroso di vedere costatare, come troppo di frequente la umanità istessa, trascurando siffatti principi igienici fondamentali, contribuisca al proprio deperimento". Deprecando la scarsa igiene delle spiagge ed il poco spazio disponibile all'interno delle case degli operai (fatto questo che costringeva gran parte della popolazione ad una promiscuità pericolosa dal punto di vita igienico, preoccupando non poco i sanitari triestini), il dott. Iellrsitz si auspicava un pronto miglioramento della situazione dei bagni per il popolo, notando quanto gli stabilimenti per le persone meno abbienti fossero limitati, privi di comodità e non del tutto corrispondenti a decenza e pulizia. Di fronte all'esistenza di numerosi stabilimenti balneari privati, proibitivi, dal punto di vista economico, ai ceti meno abbienti, era sorta, nel 1895, una apposita Società con lo scopo di istituire delle strutture pubbliche che potessero essere usate tutto l'anno, anche gratuitamente. La Società, senza scopo di lucro, viveva dei proventi di beneficenza, destinando il denaro alle migliorie degli impianti, mentre la Lega Nazionale distribuiva i buoni gratuiti per propagandare tra il popolo la pratica igienica dei bagni. All'inizio del XX secolo la Società dei Bagni Popolari di Trieste si mosse quindi in tal direzione favorendo la costruzione di appositi stabilimenti permanenti destinati all'utilizzo da parte delle classi più povere. Nel 1913 fu così inaugurato il Bagno popolare di Via Manzoni, seguito, nel 1915 da quello di Via Veronese. Il progetto per la costruzione di un edificio ad uso Bagni Popolari da erigersi sul fondo N. Tav. 2481 risale in realtà al 1912. Inaugurato il 2 di aprile di tre anni più tardi fu gestito privatamente fino al 1922 allorquando passò in gestione al Comune. Durante il periodo bellico fu chiuso per problemi di approvvigionamento idrico. Nel 1919 fu in grado di riaprire, ma nuove difficoltà lo costrinsero ad una forzata chiusura. Nuovamente aperto nel 1923, continuò la sua attività per un certo periodo, fino a quando passò in gestione al Comune. Questi provvide a ristrutturarlo quasi completamente. Nel 1925-26 si ebbero più di 104.000 presenze. Dal 1927 al 1929 i bagni furono di nuovo chiusi. I prezzi variavano da L. 3,50 per un bagno in vasca di prima classe a L. 1,30 per la sola doccia. Erano aperti dalle 7.30 alle 19 nei giorni feriali, dalle 7 alle 13 in quelli festivi. Nel 1957 vi fu la parziale ristrutturazione del tetto.

I bagni pubblici del rione di San Giacomo sono collocati ai margini del tessuto edilizio denso, in direzione del colle di San Vito. Il fabbricato in stile eclettico, disposto secondo una pianta ad "U", è composto essenzialmente da due corpi edilizi; quello più alto ha copertura a falde, consta di due livelli fuori terra più un livello seminterrato e si affaccia sul fronte strada, ospitando le funzioni principali del bagno pubblico; quello più basso, costituito da un unico livello fuori terra con copertura piana, ospita le funzioni di servizio quali la centrale termica e la lavanderia. I due elementi racchiudono un cortile di pertinenza interno. Le funzioni del bagno pubblico sono attualmente concentrate nel piano seminterrato del corpo principale, essendo il piano terra ed il piano primo quasi completamente abbandonati. Per quanto concerne il corpo principale, la struttura verticale è costituita da pareti portanti in muratura mista di laterizio e arenaria; i solai del piano terra e del piano primo sono costituiti da voltine ribassate in calcestruzzo armato, mentre le strutture della copertura a falde sono in legno; le scale sono del tipo appoggiato in calcestruzzo armato.

ISCRIZIONE (esterno) Sul prospetto principale sopra l'ingresso è riportata l'iscrizione "BAGNI COMUNALI". PORTABANDIERA (esterno) Sul prospetto principale, sotto la finestra centrale del piano primo, è collocato un portabandiera metallico a triplo supporto.

La facciata principale del corpo edilizio maggiore è suddivisa orizzontalmente in tre fasce; una porzione basamentale, su cui si aprono le finestre del piano seminterrato, in conci sbozzati di pietra arenaria facciavista, con cordolo superiore in pietra bianca; una porzione centrale in corrispondenza del piano terra, trattata ad intonaco color giallo chiaro; una fascia superiore in corrispondenza del piano primo, attualmente in rinzaffo di intonaco civile grezzo. Il coronamento dell'edificio è costituito da una banchina in pietra bianca posta a sostegno dello sporto della copertura a falde con manto in coppi curvi rossi e lattoneria metallica esterna alla muratura. Una breve rampa di scale, con larghi parapetti in pietra arenaria facciavista e copertina in pietra bianca, porta all'ingresso del piano terra rialzato. L'atrio di ingresso, provvisto di bussola interna vetrata in legno, è provvisto di due ampie finestrature arcuate con serramenti doppi a specchiature composite, che fiancheggiano il foro dell'ingresso archivoltato. I conci in pietra artificiale che compongono gli archi si stagliano sullo sfondo giallo dell'intonaco. Modesti davanzali modanati in pietra artificiale sottolineano i fori architettonici. I serramenti prospettanti sull'atrio sono originali in legno con vetrate acidate. I fori architettonici che illuminano le singole stanze da bagno al piano terra e primo sono di ridotte dimensioni, con cornici in pietra bianca bocciardata, presentano serramenti in legno a quattro specchiature ad anta unica e vetro acidato. I rimanenti serramenti che illuminano i corridoi sono in legno a doppia anta con sopraluce e privi di cornici. I serramenti del piano seminterrato sono in pvc bianco. Un varco di ingresso carrabile con portone a due ante dogate in legno consente l'accesso diretto al cortile interno sul lato lungo del fabbricato. Internamente gli spazi comuni e le stanze da bagno storiche sono pavimentati in battuto di graniglia e cemento, mentre le pareti sono rivestite sino a metà altezza in piastrelle colorate di ceramica. I serramenti interni sono originali in legno verniciato color panna al piano terra e primo. Completamente rifatte sono le finiture del piano interrato. Le scale presentano un parapetto metallico in ferro battuto decorato, con corrimano in legno verniciato naturale. Nell'atrio di ingresso e nel disimpegno al piano primo sono conservati numerosi elementi di arredo originali quali panchine, sedie, tavoli e in particolare una bilancia pesapersone di epoca austriaca. Permangono abbandonati nelle stanze da bagno i sanitari d'epoca con le relative rubinetterie. Il corpo edilizio secondario presenta facciate trattate in modo analogo al primo, serramenti sostituiti in corrispondenza del vano ospitante la centrale termica e copertura piana con manto in guaina bituminosa. Un'alta ciminiera a sezione circolare in laterizio facciavista porta in alto i fumi della lavanderia e della caldaia.

Compilato in data: 2007

stampa