Fabbricato di Via dei Pallini 2

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Altra denominazione
Scuola Materna Comunale Pallini
Localizzazione
Trieste
Via dei Pallini 2
Comune Censuario: Barriera Vecchia; numero anagrafico: 3549
Uso attuale
Servizi pubblici - scuola
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale
Provvedimenti di tutela
DLgs n. 42/2004 di data 31/07/2008
Vincoli

1902

Nel 1836 una grave epidemia di colera falcidiò la popolazione adulta triestina lasciando, come conseguenza, un congruo numero di giovani orfanelli che girovagava senza sorveglianza per le strade della città. Sorse allora la necessità di aprire urgentemente degli asili di carità il cui scopo era quello di offrire un riparo tanto fisico quanto morale ai fanciulli abbandonati. Nel 1838 il Consiglio Municipale della città decretava l'istituzione del primo istituto comunale cui sarebbe seguito immantinente un secondo, quello di Rena Vecchia, l'intenzione era quella di regolarizzare, attraverso un'apposita Commissione, una pratica di assistenza che fino ad allora era stata di unica pertinenza privata. Il 9 febbraio 1840 fu affidato al dott. Lorenzutti l'incarico di costituire un asilo, grazie ad un contributo annuo di 3.000 fiorini. Il progetto riscontrò un tale favore tra la popolazione che in poco tempo vennero raccolte elargizioni private per una somma totale di ben 37.000 fiorini. La Commissione si mise subito al lavoro, stabilendo di mandare, in accordo con il Consiglio, quattro maestre a Venezia per imparare il metodo d'insegnamento aportiano. Era questo un sistema educativo all'avanguardia che si basava sul concetto che il bambino dovesse essere stimolato tanto nell'intelletto quanto nello sviluppo fisico in un ambiente giocoso dove la preparazione fosse lasciata all'intuito e alla fantasia. L'asilo fu quindi sistemato, in attesa di una struttura più adeguata, al secondo piano della casa Marenzi in via del Rosario visto che il fabbricato era non solo in posizione centrale, ma anche provvisto di giardino. Inaugurato nel 1841, era un asilo cattolico sovvenzionato dalla rendita del capitale di fondazione a cui si aggiungevano i contributi annui del Magistrato, della Borsa mercantile nonchè delle oblazioni dei privati. Ma la scarsa affluenza di bambini e le ingenti spese di mantenimento ne decretarono ben presto il trasferimento in Androna del Moro nella casa di proprietà della contessa Thun. Sfavorevoli circostanze dettate dalla guerra del '48 e da un'ulteriore epidemia di colera nel '49 costrinsero l'Amministrazione a paventarne la chiusura se non fosse stato per l'intervento del filantropo cav. Caliman de Minerbi che trovò una nuova ubicazione dell'asilo in via S. Sergio, angolo via Madonnina. Il trasloco avvenne così nel 1857. Alla fine del XIX secolo il Comune decise lo stanziamento di fondi per la definitiva risoluzione della questione, promuovendo l'acquisto di un fondo al N. Tav. 1309 sito in via dei Pallini. I primi progetti per la costruzione dell'asilo della Madonnina risalgono quindi al 1900. Nel 1902 la struttura venne completata ed inaugurata. Nel 1944 vi venne costruito un rifugio antiaereo, mentre nel 1946 e nel 1952 la struttura subì degli interventi di restauro.

L'edificio, che ospita la Scuola Materna comunale Pallini,sorge all'interno di un lotto definito dagli assi urbani di via Capitolina, via dei Pallini, che si collega alla scala Winckelmann, via della Fornace e via G. Ferraris. L'area presenta una forma rettangolare ed è delimitata da un muro di cinta in conci di pietra e rete metallica, la cui altezza segue il forte dislivello che caratterizza il sito. L'accesso al complesso avviene attraverso un cancello metallico, ricavato all'interno del muro di cinta e posto lungo via dei Pallini. All'interno, lo spazio antistante il manufatto è sistemato a giardino alberato e destinato ad area giochi all'aperto. Attorno all'edificio si sviluppa un marciapiede pavimentato che si raccorda all'area giochi in ghiaia mediante dei gradini in pietra, e sui lati a nord e ad est vi è uno spazio di passaggio tra il muro di cinta e la muratura perimetrale dell'edificio. Il fabbricato presenta una pianta regolare rettangolare e si eleva per tre piani fuori terra, uno dei quali sottotetto, più un livello seminterrato. La struttura portante è in muratura e la copertura è inclinata a due falde con rivestimento in coppi. I fronti dell'edificio presentano la medesima logica compositiva e gli stessi elementi decorativi.

L'edificio presenta tutti i fronti uguali, rifiniti ad intonaco tinteggiato di colore giallo chiaro, fugato in corrispondenza del pianoterra e completato da uno zoccolo in pietra grigia. I prospetti sono scanditi orizzontalmente da fasce marcapiano modanate, in pietra intonacata di grigio, che si articolano lungo tutti e quattro i lati, leggermente in aggetto e in corrispondenza dei solai interpiano. Le soluzioni d'angolo e alcune paraste, invece, sono evidenziate mediante un rivestimento in blocchi lapidei squadrati e sovrapposti, anch'essi intonacati, e medaglioni in rilievo. Le aperture sono tutte rettangolari ed allineate, con serramenti lignei a due battenti e sopraluce vetrato tinteggiati di colore verde scuro; quelle poste in corrispondenza del piano sottotetto presentano dimensioni inferiori. Le forature, inoltre, sono arricchite da una cornice lapidea squadrata e da mensole sagomate con volute a sostegno dell'architrave, al primo piano, da conci trapezoidali centrali e davanzali al pianoterra. Il fronte principale presenta il portone d'ingresso composto da un serramento ligneo tinteggiato di colore verde scuro a due ante con specchiature decorate e vetrate, come il sopraluce soprastante. Il foro è preceduto da una piccola scalinata con gradini in pietra che raccordano le diverse quote del terreno. La copertura è a falde inclinate con struttura a capriate lignea e manto di rivestimento in coppi; la linea di gronda è sottolineata, all'esterno, attraverso un motivo decorativo geometrico seghettato. I pluviali in lamiera presenti in facciata sono verniciati della stessa tonalità della finitura muraria. L'accesso al complesso avviene per mezzo di un cancello metallico verniciato di verde, ricavato all'interno del muro di cinta in conci di pietra regolari a vista; in corrispondenza di tale ingresso sono state collocate due targhe, una in pietra con piccole alabarde ed una in materiale plastico, riportanti la denominazione dell'istituto materno comunale. All'interno gli ambienti si sviluppano a partire da un corridoio centrale, che conduce poi al vano scale di collegamento dei diversi piani, e presentano pavimenti rifiniti con rivestimenti lapidei, superfici ad intonaco tinteggiate di colore bianco, come i soffitti.

Compilato in data: 2007

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