Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1885
I progetti dell'elegante edificio a 5 piani, prospettante la facciata su Via Pascoli (già Via dell'Istituto), risalgono al 1885 allorquando il Magistrato Civico approvò la costruzione di un fabbricato sul fondo N. Tav. 612 di Chiadino di proprietà del sig. Giovanni Giannacopulo. Con decreto n. 37116 si autorizzava altresì l'aggiunta, ai progetti iniziali, di un poggiolo in pietra al secondo piano della casa ad uso di civile abitazione, con una leggera modifica delle cornici delle finestre centrali. La costruzione, priva di particolari decori architettonici, pur presentandosi lineare nella sua misurata semplicità, rivela tuttavia una certa eleganza di forma. L'antica Via dell'Istituto, aperta e regolata nel 1835 come Contrada Sterpei, derivò successivamente il proprio nome dalla presenza, nella zona, dell'Istituto generale dei Poveri, trasferitosi lì dall'attuale Piazza della Libertà, nel 1862 su un fondo di 14.000 metri quadrati.
L'edificio sorge all'interno dell'isolato urbano delimitato da via Giulia, via Raffaele Zovenzoni, viale XX Settembre e via Ireneo della Croce. Il fronte principale risulta essere parallelo a via Zovenzoni, mentre gli altri sono stati realizzati in aderenza ai fabbricati contigui. Il manufatto si eleva per cinque piani fuori terra e presenta una pianta regolare rettangolare, interrotta da una corte interna che si sviluppa per tutta la lunghezza del lato corto. La costruzione è stata realizzata in linea con gli altri edifici e determina con gli stessi un'uniformità di altezze e di stili architettonici, espressi mediante i diversi apparati architettonici. Al pianoterra trovano spazio alcune attività commerciali e la sede del Circolo Fotografico Triestino, mentre i restanti piani sono adibiti a residenza.
L'edificio presenta il fronte principale caratterizzato da un rivestimento lapideo e da elementi architettonici in pietra. L'apparato decorativo prevede una differenziazione per piani, i quali vengono sottolineati orizzontalmente da fasce marcapiano realizzate con cornici lapidee modanate e in rilievo. Al centro della facciata, al secondo piano, fuoriesce dal filo facciata un terrazzino sostenuto da mensole lapidee a volute e dotato di balaustra sagomata. Le aperture della facciata sono definite da fori rettangolari e allineati, completati da una cornice lapidea squadrata. In corrispondenza del secondo e terzo piano, vi sono inoltre dei davanzali e delle mensole superiori realizzati in pietra. Gli infissi a due battenti dei diversi livelli non sono omogenei, ma sono tutti di colore bianco e dotati di oscuranti a listelli orizzontali. Al pianoterra i fori presentano un'altezza maggiore e si concludono ad arco; i portoni e le finestre sono di tipo metallico e dotati di griglie. In sommità si alternano sopraluci semicircolari tamponati e vetrati con griglie decorate a raggiera. Gli archi sono incorniciati da conci trapezoidali, talvolta bocciardati, che si raccordano con le fughe orizzontali che disegnano l'intero prospetto. Alcuni profili laterali del fronte sono evidenziati da elementi lapidei squadrati di larghezza differente e sovrapposti in maniera sfalsata. La copertura è in coppi e la linea di sottogronda viene sottolineata da una sequenza di mensole in pietra.
Compilato in data: 2007