Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1936
Originariamente ubicato nell'antica Piazza S. Piero, il mercato di \"prima mano\" così come veniva indicato, presenta una storia lunga e complessa caratterizzata da continui spostamenti fino alla definitiva ubicazione nella zona di Campo Marzio, prospiciente lo scalo ferroviario. Nel 1884 il Comune decise, per motivi di decoro, di spostare la vendita ortofrutticola in una zona meno centrale, ma piuttosto angusta: Via Genova. La conformazione della strada mal si adattava al passaggio di carri, animali e mercanzie sì che il Comune ottenne, nel 1913, in concessione la zona della vecchia pescheria. L'area, pur essendo cospicua come metratura, ben 5000 mq, di fatto si presentava precaria per l'assenza di una copertura stabile che potesse dare riparo durante il cattivo tempo e per l'assenza di bancarelle sulle quali posare la merce. Solo nel 1934 si provvide al collocamento di alcune panche che però dovevano essere riposte altrove, da appositi facchini, nelle ore notturne. La situazione non poteva certo dirsi ottimale in virtù del fatto che già all'inizio del secolo, il Comune aveva ottenuto, dall'erario austriaco, quel vasto terreno alla fine della Sacchetta dove aveva trovato ubicazione la prima zona contumaciale della città: il lazzaretto di S. Carlo. Nel 1719 con la proclamazione del Portofranco, Trieste si era, infatti, trovata nella necessità di difendersi dal punto di vita sanitario attraverso l'istituzione di uno speciale approdo per le navi sospette che lì vi avrebbero trascorso i giorni di spurgo assegnati dal Casello di Sanità in rapporto al tipo di Patente presentata. La crescita enorme del traffico marittimo fece sì che Maria Teresa conducesse a termine, nel 1765, un nuovo lazzaretto, nella zona di Roiano, destinando il vecchio a parziale deposito di artiglieria. Perse le sue originarie funzioni, il lazzaretto di S. Carlo fu quindi trasformato in caserma della marina militare. Le vicende belliche del '15-'18 costrinsero però il Comune a ritardare il trasferimento del mercato che lì trovò ubicazione solo a guerra ben che finita. Negli anni Trenta, infatti, il podestà promosse finalmente la costruzione di un complesso moderno ed efficiente su progetto dell'Ufficio Tecnico del Comune. L'area risultante fu di quasi 20.000 mq suddivisi tra fabbricati e zone libere destinate al carico-scarico delle merci. Gli uffici dell'annona, l'alloggio per il custode, la cassa del mercato, i vigili urbani, la posta, il telegrafo, il telefono ed altri servizi furono tutti ubicati in lunghi e bassi fabbricati con affaccio sulla Riva Ottaviano Augusto, mentre la zona posteriore e più interna fu destinata invece alle mere operazioni commerciali. La costruzione di ulteriori caseggiati destinati ad ospitare cantine e frigoriferi fu rimandata al secondo dopoguerra.
Il fabbricato, isolato su lotto di pertinenza, occupa un vasto lotto ai margini del Borgo Giuseppino, in prossimità del promontorio su cui sorge l'antica Lanterna di Trieste. La pianta rettangolare allungata si posiziona ortogonalmente alla riva di Via Ottaviano Augusto, su cui si affaccia il prospetto principale, con la vetrata degli uffici, che offre la vista sulle Rive triestine in direzione nord-est. L'edificio, in stile razionale di metà secolo XX, si configura nella compenetrazione di due solidi dalla struttura in calcestruzzo armato: un parallelepipedo a copertura piana, che costituisce il blocco degli uffici sul lato nord-est e un altro parallelepipedo monopiano, con copertura a volta a botte ribassata, che ospita la zona di vendita del mercato. I vasti piazzali sui lati sud-est e nord-ovest sono funzionali alle operazioni di carico e scarico merci dai mezzi commerciali.
Il prospetto principale si presenta con un lungo fronte organizzato su due piani sfalsati, caratterizzato da un gioco di pieni di volumi intonacati e di vuoti di facciate continue vetrate con a struttura metallica. Al centro si apre un grande foro quadrangolare in corrispondenza dell'ingresso, arretrato rispetto al filo di facciata. Al piano terra rialzato si accede a mezzo di una breve scalinata rivestita in pietra bianca bocciardata. Il grande varco è rivestito all'interno in lastre di pietra artificiale. Sulla via Giulio Cesare l'area di pertinenza del Mercato è delimitata da un basso muro caratterizzato da un piede in lastre oblique di pietra bianca bocciardata, un grosso toro a correre e un rialzo in calcestruzzo armato cui è ancorata una ringhiera metallica a bacchette verticali. Il corpo destinato agli scambi commerciali è caratterizzato sui due lati da una banchina rialzata per lo scarico delle merci e da una lunga pensilina in calcestruzzo armato che protegge le operazioni di scarico dalle intemperie. Una pensilina vetrata a struttura metallica sul fronte sud-ovest protegge le operazioni di scarico di materiali destinati agli spazi operativi del personale di servizio al mercato. Serramenti metallici vetrati di grandi dimensioni sui lati lunghi consentono lo scarico diretto delle merci nei box di pertinenza dei grossisti. Tali box sono organizzati sul livello del piano terra pavimentato in cotto, per la movimentazione delle merci e su un livello soppalcato a struttura metallica, che ospita piccoli uffici commerciali con aperture finestrate poste sopra la pensilina esterna. I box, con serrande avvolgibili metalliche, si aprono a loro volta sulla grande aula interna del mercato, completamente libera da elementi strutturali e caratterizzata da una volta ribassata in calcestruzzo armato intonacato, fornita di tiranti metallici a ritmi regolari, posti a contrastare la spinta laterale della volta stessa. La pavimentazione interna della grande aula è costituita da piastrelle quadrate in gres porcellanato e sul lato nord-est giunge ad affacciarsi sulla Via Ottaviano Augusto con una bassa vetrata posta al piano terra del blocco uffici. Da qui due porte metalliche laterali conducono all'atrio di ingresso principale. Una scala monumentale con gradini in pietra di Aurisina è rivestita alle pareti da lastre in marmo travertino e conduce al primo piano, dove una vasta vetrata permette l'ampia veduta sulla città di Trieste e verso l'altipiano carsico. I corridoi di distribuzione interna sono pavimentati in battuto di graniglia e cemento, mentre le pareti sono semplicemente intonacate bianche con un abbassamento in smalto murale color ocra. Corpi radianti in ghisa costituiscono l'impianto di riscaldamento, la cui rete di distribuzione corre in tubature a vista. I serramenti di finestra dei corridoi, doppi, lignei a doppia anta, a quattro specchiature, verniciati color panna, si aprono a sud-ovest sul piazzale di movimentazione delle merci. L'ala sud-est del primo piano, destinata agli uffici direzionali, è pavimentata in parquet ligneo posato a spina di pesce.
Compilato in data: 2007