Cappella di S. Rocco a S. Croce

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Localizzazione
S. Croce; Trieste
Località S. Croce, 1013
Comune Censuario: S. Croce; numero anagrafico: 1013
Uso attuale
Luogo di culto - chiesa
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale

1646

L'antica Comunitatis Sanctae Crucis era abitata, sul finire del XIX secolo, da 1372 anime dedite all'agricoltura e alla pesca. Il villaggio, ubicato in posizione privilegiata e strategica, era la prima stazione di posta in direzione dell'Italia, sull'antica Via Gemina, che da Aquileia portava verso il nord-est. Testimonianze documentarie della presenza di un luogo di culto sacro nella zona risalgono al 1260: in un documento dell'Archivio Capitolare di Trieste si evidenzia, infatti, l'esistenza della chiesa di Santa Croce de contrada Tergesti. Un'altra pergamena, risalente questa al 1316, rivela come l'allora vescovo Rodolfo Pedrazzani assegnasse al pievano e al chierico di Tomai possessioni situate nella località di Sancta Cruce. Un riferimento più preciso, relativo all'esistenza di una chiesa nel paese, si ritrova nello Statuto del Capitolo Cattedrale risalente al 1338. Altri documenti ci informano che nel periodo compreso tra il 1446 e il 1470, le monache Benedettine del convento di S. Cipriano fossero entrate in possesso dell'intero villaggio. Difficile dire con assoluta certezza se la documentazione in nostro possesso si riferisca alla chiesa dell'Invenzione della Croce o non piuttosto a quella dedicata a S. Rocco. Se l'iscrizione della data 1646, conservata all'interno della chiesetta sulla volta nervata a costoloni, è veritiera, la costruzione del sacro edificio dovrebbe verosimilmente collocarsi attorno alla metà del XVII secolo. Dedicata a S. Rocco, santo protettore dalla peste, venne probabilmente eretta come voto di coloro che erano scampati al terribile morbo. Si presenta come una semplice struttura rettangolare ad un'unica navata e presbiterio finale semicircolare, tardogotica nelle sue forme, con un piccolo campaniletto a vela. Di fianco il portale d'ingresso vi è una statua alquanto curiosa in quanto a fattezze, è un mendico, opera di uno scalpellino del luogo di nome Dusak risalente al 1895, allorquando l'intera chiesa venne restaurata.

La piccola cappella di S. Rocco, con orientamento nord-ovest - sud-est, si posiziona al centro di uno spazio internamente alla biforcazione di una strada in due percorsi secondari, al margine sud-est del borgo storico di S. Croce. Percettivamente conclude con la propria torre campanaria uno degli assi viari interni al borgo, che si dipartono dalla chiesa principale e dal cimitero. La distribuzione interna è semplice, ad aula, con abside terminale. La composizione seicentesca della facciata raggruppa la torre campanaria e l'ingresso principale in un unico elemento architettonico, che segna la simmetria principale della facciata. La struttura verticale è costituita da muratura portante in pietra bianca sbozzata, posata a corsi irregolari; la copertura a falde è costituita da una struttura lignea a capriate a sostegno di un manto in lastre di pietra calcarea.

STATUA (esterno) Un elemento scultoreo datato 1895 è opera dello scalpellino Dusak; è posizionato alla sinistra della torre sul fronte principale e raffigura un mendicante. ISCRIZIONE (interno) Sulla chiave di volta di accesso all'abside un'iscrizione ad incisione riporta la data del 1646, probabile data di realizzazione della cappella. ELEMENTI ORNAMENTALI (interno) Le nervature a sostegno della volta dell'abside sono decorate all'imposta da volti di cherubi in pietra, ricavati in altorilievo.

Sul fronte principale la torre campanaria in conci squadrati di pietra calcarea segna l'asse di simmetria su cui si basa l'intera composizione. La rastrematura a gradoni conferisce alla torre un aspetto più slanciato. Un foro archivoltato alla base della torre protegge l'ingresso alla chiesa; in cima due aperture ad arco ospitano le campane mosse da un sistema di funi azionabile manualmente. Una croce traforata in ferro battuto completa la punta cuspidata della torre. Il foro di accesso con cornice in pietra bianca a sesto acuto, è chiuso da una porta in legno massello a doghe incrociate verniciate al naturale. Le facciate sono trattate ad intonaco, e un modesto basamento in pietra di Aurisina protegge il piede solo nella parte absidale. Conci irregolari alternati in pietra bianca definiscono con precisione gli spigoli dell'edificio. Piccole mensole a voluta sorreggono il modesto sporto di linda modanato in pietra bianca. Il manto di copertura è costituito da lastre in pietra calcarea di modeste dimensioni. I fori stretti finestra laterali sono definiti da cornici in pietra di Aurisina con capitello dorico all'imposta dell'arco acuto di completamento. Serramenti vetrati con struttura metallica e inferriata di protezione in ferro battuto permettono alla luce di entrare in maniera molto selettiva all'interno. In sommità alla copertura dell'abside un elemento conico in pietra di Aurisina sorregge una piccola croce in ferro battuto. All'interno, sulla destra dell'ingresso è posizionata un'acquasantiera in pietra calcarea; il pavimento, a quota leggermente inferiore rispetto al piano stradale esterno, è realizzato in lastre quadrate regolari di pietra di Aurisina posate in diagonale; le pareti sono semplicemente intonacate fino all'imposta della copertura, di cui rimangono a vista le strutture e il tavolato ligneo. L'abside è realizzato con nervature in pietra calcarea, che disegnano secondo uno schema geometrico l'intradosso della volta.

Compilato in data: 2007

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