Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1751
Salendo sulla collina, oltrepassata l'antica cappella dedicata a San Pelagio, in località di Guardiella, si giunge poco dopo ad un semplice e piccolo fabbricato: è questo il cosiddetto "capofonte dell'acquedotto teresiano", la cui costruzione, finanziata con i proventi del dazio sul pesce, fu decretata già ai tempi di Maria Teresa nel 1749. Il capofonte o locale di filtraggio, è il luogo da dove sgorga la sorgente che già i romani avevano utilizzato per il loro acquedotto. Eretto nel 1751, consta di tre vasche di filtraggio a cascata e si trova a 92 metri sopra il livello del mare all'angolo tra l'omonima via e quella alle Cave. Sulla porta d'ingresso della piccola casetta, situata all'epoca nel terreno di proprietà dei nobili Marchesetti, si può ancora leggere l'iscrizione : "PRISCA QUIRITUM/OBERRATA/NUNC DENUO/URBI ET ORBI RESTITUTO/DIVIS/MARIA THERESIA/CUM FRANCISCO/IMPERANTIBUS/STUDIO ET CURA PRAESIDUM/DE CHOTECK AC HAMILTON". Maria Teresa si limitò pertanto a ripristinare l'acquedotto romano che scorreva nella valle di S. Giovanni e che portava, sin da epoca antica, l'acqua alla città. Nella Raccolta delle Leggi, Ordinanze, Regolamenti peculiari per Trieste si legge: "La conduttura di S. Giovanni ha il suo principio presso la chiesetta dello stesso nome. Sulla porta d'ingresso è posizionata una lapide che indica il repristinamento della conduttura romana. Nel locale d'ingresso vi è un filtro per depurazione delle acque raccolte nella galleria. Siccome ad evenienza di pioggia queste sorgono imbrattate da una parte del filtro, havvi uno sfioratore per scaricare una sovrabbondanza d'acque nel mentre da un'altra può regolarsene l'uscita per introdurla nelle docce e nei tubi per la città. Da questo filtro si può camminare, per una galleria praticabile a lume di candela, per una lunghezza di 72 tese, perforata in roccia arenaria, parte della quale murata a volto e parte senza alcuna rivestitura. Il capofonte sta al una altezza di 290 piedi sul livello del mare".
Fabbricato posto sul pendio del Monte Spaccato, sito all'incrocio tra l'inizio di via del Capofonte e via delle Cave e poco distante dalla trecentesca chiesetta dedicata ai SS. Pelagio e Giovanni, capofonte dell'acquedotto teresiano il cui tracciato ripercorre in parte quello dell'antico acquedotto romano che qui aveva le sorgenti. Costruzione a pianta rettangolare con a fronte un piccolo cortile d'accesso, oggi parzialmente ipogea ma originariamente dotata anche di un piano superiore. Visibili attualmente dalla pubblica via il solo fronte con l'accesso e le murature del fianco destro dell'edificio; depositi di pietrame e terra di riporto nascondono il resto della costruzione, ricoperta da verde spontaneo. Struttura portante del fabbricato a galleria, con volta a botte costituita da elementi di pietra arenaria; pavimentazione presumibilmente anch'essa in arenaria. Internamente ben visibili le vasche di filtraggio acque e l'apertura sul fondo del fabbricato della galleria di alimentazione. Sistema di depurazione del tipo a sedimentazione, costituito da tre vasche riempite con ghiaie a granulometria decrescente che decantano e filtrano le acque provenienti dalla galleria d'alimentazione, cui afferiscono quelle raccolte a monte del capofonte dalle gallerie superiori di captazione ("Wassergalerien") costruite come inusuale applicazione di tecniche minerarie; dall'ultima vasca di filtraggio sedimenti fini le acque sono convogliate nelle condotte, realizzate prima con tubi in legno e poi in terracotta. Già a fine della prima guerra mondiale non più potabili causa inquinamento delle sorgenti, oggi le acque del Capofonte confluiscono al torrente sotterraneo Starebrech, che scorre sotto via Giulia. Se ne discute il riutilizzo per l'alimentazione delle fontane cittadine.
ELEMENTI ORNAMENTALI (esterni): - Lapide settecentesca a cartiglio in pietra bianca naturale (Capofonte 006.jpg), posta sopra l'ingresso del manufatto; l'iscrizione indica il ripristino dell'antico acquedotto romano: "PRISCA QUIRITUM - OBERRATA - NUNC DENUO - URBI ET ORBI RESTITUTA - DIVIS - MARIA THÆRESIA - CUM - FRANCISCO - IMPERANTIBUS - STUDIO ET CURA PRÆSIDUM - DE CHOTEK AC HAMILTON" ELEMENTI ORNAMENTALI (esterni): - Sul cortile, a sinistra della costruzione, cartello descrittivo di data 24 giugno 2001 posto dal Comune di Trieste in occasione dei lavori di restauro, che riporta la storia del Capofonte e dell'Acquedotto Teresiano.
Fronte a capanna, semplice, concluso da finitura in cemento con gocciolatoio protettiva di tutta la testa della muratura; superfici trattate ad intonaco bianco spatolato, sagoma della facciata e cornice dell'accesso delineati da lavorazione liscia. Ben visibile sul fianco laterale destro la struttura in pietra arenaria irregolare lasciata a vista. Piccolo cortile che precede l'edificio lastricato in arenaria, con botola d'accesso alle canalizzazioni sotterranee costituita da lastrone quadrato scalpellato. Piedritti e architrave del foro architettonico d'entrata in pietra bianca calcarea naturale. Serramento del portoncino in lastra di vetro montata su telaio metallico verniciato di grigio. Superfici interne del fabbricato intonacate presumibilmente a calce; pavimentazione in materiale poco riconoscibile a causa dei muschi presenti, forse rifinita a cemento. Vasche di sedimentazione delimitate da bassi muretti in mattoni rossi, rifiniti a malta. Sistema interno di illuminazione notturna che rende fruibile alla cittadinanza il fabbricato nelle ore serali, rendendone visibile l'interno ed il sistema di filtraggio acque.
Compilato in data: 2007